La colazione giapponese

Lo sapevi che nel 2013 la cucina giapponese, comunemente nota come Washoku (和食), è stata indicata come Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco? Oggi tratteremo della cucina giapponese, in particolare della colazione.

Un’occasione per conoscere la colazione giapponese, o Wachoshoku (和朝食), è data dall’omonimo seminario all’hotel Okura di Tokyo, dove ne vengono discussi i benefici e l’etichetta a tavola viene insegnata ai partecipanti, prima che l’albergo serva un’invitante pasto.

Secondo il professore Nakamura Teiji, preside della facoltà di Servizi Umani dell’Università di Kaganawa, le abitudini alimentai giapponesi sono cambiate enormemente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima e dopo la guerra i giapponesi soffrirono di mancanza di cibo e di un’eccessiva enfasi sugli ingredienti di base che portarono a diversi tipi di malnutrizione. Tuttavia, con il miglioramento dell’economia e l’aumento delle scorte di cibo dopo la guerra, ci fu uno sforzo su larga scala per implementare l’educazione alimentare e l’equa distribuzione del cibo. I dietologi vennero dislocati nelle scuole, i pranzi scolastici divennero un esperimento sociale e dietetico di portata nazionale e vennero importati grano e latte dagli Stai Uniti.

L’occidentalizzazione della dieta è una tendenza universale nelle nazioni sviluppate ed esistono studi che indicano una correlazione con i disturbi legati allo stile di vita, perché questo tipo di alimentazione aumenta l’apporto di grassi e calorie. Il Giappone non fece eccezione e mentre molti dei problemi di malnutrizione vennero risolti con l’introduzione della dieta occidentale, il rovescio della medaglia fu l’aumento dell’apporto di calorie, grassi, vitamine e minerali che risultò nell’aumento dell’obesità, dell’iperlipidemia, dell’aumento della pressione sanguigna, del diabete e dell’arteriosclerosi. Questa tendenza durò fino all’inizio dell’era Heisei (平成), cominciata nel 1989, quando la consapevolezza delle persone si portò verso una dieta più sana. Da allora in Giappone è stato rilevato il minore tasso di disturbi cardiaci al mondo e l’aumento nei livelli di colesterolo si è più o meno fermato nel periodo dal 1990 al 2000. Tuttora, per l’ipernutrizione, per la deviazione dalle scelte alimentari corrette e a causa dei pasti irregolari, i disturbi legati allo stile di vita sono un problema diffuso.

Il professor Nakamura ha inoltre trattato degli effetti del salto della colazione, enfatizzando l’importanza di fornire energia alla mente e al sistema nervoso durante la mattinata, che porta a un più alto consumo di energia durante il giorno e a una minore probabilità di aumentare di peso.

All’hotel Okura servono riso caldo, salmone grigliato freddo, sottaceti, uova dolci, alghe secche e zuppa di miso calda. Per molti ospiti è un piacere sia per il palato che per gli occhi. Mandy Linn di Metropolis, il più importante giornale internazionale gratuito di Tokyo, ci ha deliziati con una presentazione basata su un sondaggio riguardante la Wachoshoku dal quale si osserva che è popolare anche tra i turisti.

Da parte dei turisti occidentali, la Wachoshoku ha attirato dei commenti come “era ben bilanciata, gustosa, salutare, ben servita e mi sono sentito pieno di energie dopo averla mangiata”,”mi sono sentito molto meglio che dopo aver mangiato una pesante colazione occidentale”. I turisti cinesi e coreani hanno aggiunto “il riso alla giapponese e gli altri piatti erano estremamente deliziosi”, “di solito non mangio pesce a colazione per via del suo odore. Ma questo non emanava odore ed era cucinato bene”. Se c’è una cosa su cui Giappone, Cina e Corea sono d’accordo, sembra essere la squisitezza della Wachoshoku.

Tuttavia, si deve sottolineare il fatto che il cibo giapponese fatto in casa sia un lusso. La cucina giapponese è sempre stata incentrata su un piatto di riso, seguito dalla grande varietà di portate secondarie che lo accompagnano. Come si può immaginare, serve un grande sforzo per preparare cinque piatti d’accompagnamento. Con l’aumento della povertà infantile, e la presenza di lavoratori indigenti nel paese, sembra irreale chiedere a un genitore lavoratore con un budget ridotto di comprare molti tipi di alimenti e di spendere un’ora in cucina ogni mattina. A meno che le cose non migliorino, la colazione giapponese sarà presto un ricordo del passato nelle famiglie giapponesi.

(articolo di Adriano Moro adattato da http://www.japansubculture.com/zeppin-%e7%b5%b6%e5%93%81-3-wachoshoku-japanese-breakfast-rules/)

Dir en Grey – Withering to Death (2005)

  1. Merciless Cult(Merciless Cult?) – 2:59
  2. C(C?) – 3:33
  3. saku(朔-saku-?) – 3:00
  4. Kodoku ni shisu, yue ni kodoku.(孤独に死す、故に孤独。?) – 3:29
  5. Itoshisa wa fuhai nitsuki(愛しさは腐敗につき?) – 4:18
  6. Jesus Christ R’n R(Jesus Christ R’n R?) – 4:03
  7. Garbage(GARBAGE?) – 2:53
  8. Machiavellism(Machiavellism?) – 3:19
  9. Dead Tree(dead tree?) – 4:54
  10. The Final(THE FINAL?) – 4:17
  11. Beautiful Dirt(Beautiful Dirt?) – 2:36
  12. Spilled Milk(Spilled Milk?) – 3:47
  13. Higeki wa mabuta wo oroshita yasashiki utsu(悲劇は目蓋を下ろした優しき鬱?) – 5:12
  14. Kodou(鼓動?) – 3:42

I Dir en grey sono una band che rinasce dalle ceneri del piccolo gruppo indie-rock adolescenziale conosciuto nel circuito underground giapponese con il nome di La:Sadie. La band, così composta dalla struttura classica a cinque, con il subentro di Toshiya nel ruolo di bassista e che ora vede protagonisti Kyo come vocalist, Kaoru e Daisuke, rispettivamente come prima chitarra e chitarra di accompagnamento, Shinya alla batteria e Toshiya al basso, assume il nome dei Dir en grey e comincia a farsi strada nella scena major nipponica. Come tutte le band giapponesi nate a cavallo tra la fine degli anni novanta ,e i primi duemila, anche i Dir en grey, per i loro primi quattro album, accostano a sonorità alternate tra metal e musica barocca un look quasi del tutto femminile che prevede l’utilizzo di succinti abiti da donna in stile lolita o casual e make up molto vistosi, creando un forte contrasto tra l’immagine sensuale ed effimera dei loro membri e le sonorità potenti e profonde delle loro canzoni.

Il gruppo con il quinto album, pubblicato nel 2005, dal titolo “Withering to death” i Dir en grey varcano il mercato internazionale con un tour di strepitoso successo in Europa del nord, con una tappa quasi sold out a Berlino, sancendo il loro trionfo sul mercato europeo. Il 2005 si rivela essere un anno particolarmente fruttuoso per il gruppo, proprio a causa del loro totale cambio immagine, sia dal punto di vista estetico quanto dal punto di vista sonoro. Abbandonando gonne e make up, lasciano da parte anche le commistione di suoni tra elettronico e barocco, lasciando pieno campo al sound metal quasi del tutto intoccato facendo eccezione per tecniche canore quali gowl e scream-o , in voga durante quegli anni nel panorama musicale gotico maschile.

Withering to death, sebbene sia l’espressione del cambiamento della band, mantiene una straordinaria coerenza a livello testuale con la poetica del vocalist di non scrivere e produrre musica commerciale o che parli di argomenti futili. Nel loro quinto album vengono esplorati argomenti di importanza sociale come il rapporto errato madre-figlio che può sconfinare nella pazzia, di cui si canta in “Saku” terza traccia dell’album, oppure la solitudine adolescenziale con Kodou, la religiosità frivola con Jesus Christ r’n’b e persino lo straniamento di essere individuo in una società del collettivo in “The final”, che sono rispettivamente quattordicesima, sesta e decima traccia dell’album.

Ulteriori punti di forza che rendono la band unica nel panorama in continua crescita del metal nipponico, sono i video musicali e l’effetto che la loro musica ottiene su chi gli ascolta. I video a metà tra l’horror mettono in scena immagini delle più famose creepy pasta giapponesi con leggende e misticismo autoctono, in grado di turbare gli spettatori più sensibili. In realtà ogni loro video calza a pennello con la musica composta e il testo scritto tanto da dar vita a piccoli corti di cinque minuti che raccontano vere e proprie storie di vita rendendole più reali attraverso la loro peculiare drammaticità. Per quanto riguarda invece il secondo punto di forza, cioè l’effetto che le canzoni rilasciano in chi le ascolta è che a dispetto dei toni cupi e delle immagini forti dei loro video, ascoltare la loro musica, e in particolare questo album, dona un effetto catartico, come se fosse un percorso di elaborazione di un proprio disagio interiore, che canzone dopo canzone, growl dopo growl e assolo dopo assolo, riesce a canalizzare le emozioni negative di un individuo in un climax ascendente e che conclude l’ascolto con una sensazione di serenità e di rinnovato vigore.