Erano gli anni ‘90 quando in America scoppiò il boom del format body swapping, dove i due protagonisti tramite eventi paranormali si scambiavano i propri corpi. Riproposto in chiave contemporanea in questa serie TV, anche il Giappone ne ripercorre la strada con le studentesse Ayumi e Zenko, in una sfumatura dark e spiazzante
Ayumi Kohinata (Kaya Kiyohara) e Zenko Umine (Miu Tomita) sono due studentesse con due vite diametralmente opposte: Ayumi è la ragazza più popolare della scuola, mentre Zenko ne è la pecora nera, dall’aspetto trascurato ed emotivamente distrutta. E fin qui tutto canonico: riprendendo il modello del body swapping dal primo episodio infatti, siamo già consci del fatto che le due studentesse vivranno la vita dell’altra, cercando di comprendere da una prospettiva differente due mondi all’apparenza inconciliabili. Dimostrare, in altre parole, come i poli opposti non siano alla fine così diversi. Ecco: prendete quello che avete appena letto e dimenticatevelo. Perché Switched non è questo.
The Dark Side of the Moon
Ispirato allo shōjo manga Uchuu wo Kakeru Yodaka (宇宙を駆けるよだか) di Kawabata Shiki, Switched è una serie di 6 episodi da circa 35 minuti l’uno di per sé oscura: siamo abituati a vedere il lato comico del body swapping, come nell’americano “Boygirl – Questione di… sesso” dove lo studente più popolare e belloccio della scuola fa a cambio con la ragazza più secchiona, ma qua da ridere c’è ben poco, a iniziare dal principio: lo scambio dei corpi avviene infatti in un tentativo di Zenko, la ragazza impopolare, di togliersi la vita, che chiede ad Ayumi di assistere al suo suicidio mentre questa era in giro a divertirsi. A fermare il tutto sarà però (e qui l’evento paranormale) un’insolita luna rossa che darà vita al fulcro della vicenda invertendone i corpi. E questo è solo l’inizio.
Desiderio di vendetta
Già dal primo episodio possiamo vedere come la narrazione non sarà rose e fiori, bensì procederà con atteggiamenti egoisti: Zenko, ora nel corpo di Ayumi, cerca tutte quelle attenzioni e divertimenti che in vita sua non ha mai avuto, lasciando che Ayumi, ora nel corpo di Zenko, si “diverta” con tutti gli eventi infelici che facevano parte della sua vita (una madre in burnout da troppo lavoro, una casa più simile a un buco, assenza di amici ecc.) voltandole del tutto le spalle. Ciò che muove Zenko è l’egoismo di assaporare tutto ciò che aveva sempre e solo visto da lontano: non vi è empatia verso il più debole, dacché da vittima che era diventa carnefice.
Possiamo biasimare Zenko? È nel giusto o nel torto? Nonostante i cliché da drama nei quali cade la serie, la linea che separa il bene dal male sfuma più e più volte. Una cosa davvero invidiabile e che abbiamo apprezzato moltissimo. Il non generalizzare, il non far empatizzare verso l’uno o l’altro personaggio spacciandolo per il beniamino della situazione, soprattutto su tematiche delicate quali l’ijime (una sorta di bullismo scolastico che vi invitiamo ad approfondire nel link).
Conclusioni
Se volete esplorare i lati un po’ più oscuri della società nipponica consci del fatto che sia un drama, Switched è decisamente la serie che fa per voi. Qualcosa che riscopre lo scambio dei corpi, portandolo però a un livello più tetro. Tuttavia, se non siete amanti del genere e cercate cose più verosimili (per esempio, senza reazioni esagerate dei personaggi o silenzi che, per uno non abituato, risultano alquanto imbarazzanti), la serie potrebbe provocarvi più fastidio che altro, con una buona probabilità di abbandonarla al primo episodio. A voi giudicare dal trailer sottostante se siete più il primo o il secondo tipo!
Casa delle Associazioni Baraccano – Via Santo Stefano 119/2 (BO)
Giovedì 22 novembre 2018 – ore 20.30
«The Long Excuse» è un solido racconto della metamorfosi di un uomo di fronte alla tragica fine di un rapporto non più saldo e alla elaborazione del lutto. Sachio è uno scrittore di successo che perde la moglie in un incidente stradale durante una vacanza con la sua migliore amica. Nonostante avesse un’amante, è costretto a recitare la parte del marito distrutto dal dolore. Dopo la tragedia, inizia a frequentare il marito dell’amica della moglie, morta anch’essa nell’incidente e, animato da un certo cinismo opportunista, si offre di badare ai figli dell’uomo, con i quali si sviluppa presto un forte legame. Sachio subisce un duro colpo quando scopre che anche la moglie provava un totale disinteresse affettivo per lui. Da quel momento inizia una lenta metamorfosi: il suo cinico opportunismo inizia a vacillare e si fa strada in lui una nuova visione della propria esistenza.
Aimyon è una giovanissima cantante e cantautrice affermatasi recentemente nel panorama musicale del JPOP; la sua musica presenta un sound commerciale e facilmente orecchiabile, non rinunciando per questo a influssi Rock e a tematiche affatto banali. Il suo full album di debutto “青春のエキサイトメント” (seishun no ekisaitomento), che si potrebbe tradurre come “La frenesia dell’adolescenza”, è stato pubblicato nel settembre 2017 e racchiude al suo interno 11 tracks, tra cui alcuni singoli già rilasciati in precedenza e che hanno riscosso immediato successo nelle classifiche giapponesi.
LE TRACCE
Nel singolo di apertura “憧れてきたんだ (akogaretekitanda), la voce graffiante di Aimyon è accompagnata dal ritmo incalzante di una chitarra acustica fino all’irrompere del ritornello “akogaretekitanda!”. Il tema centrale è l’ispirazione, come le opere degli artisti che l’hanno preceduta abbiano influito su di lei cambiandola per sempre, fino a sfociare in una sorta di riflessione metafisica sul ruolo dell’arte stessa.
Nel secondo singolo 生きていたんだよな (ikiteitandayona), piano e chitarra acustica si intersecano alle parole della cantante, che ci sfrecciano davanti come una notizia di cronaca nera al telegiornale, dalla dizione estraniante, quasi meccanica; riferisce, difatti, della morte suicida di una ragazza, gettatasi da un palazzo, con le conseguenti speculazioni sterili e ciniche dei media e dell’opinione pubblica. Il testo lascia però gradualmente spazio a un refrain carico di empatia e vitalità che sfocia nelle parole “ha vissuto, ha vissuto, no?” e che afferma come il suo ultimo saluto (sayonara) sia stato rivolto a nessuno se non a sé stessa. Nella penultima strofa inoltre emerge una forte carica poetica: “鳥になって雲をつかんで風になって 遥遠くへ希望を抱いて飛んだ”, “è diventata un uccello che afferra le nuvole, è diventata vento verso terre lontane, è saltata tenendo stretta a sé la speranza”.
Il brano successivo è 君はロックを聴かない (kimi wa rokku wo kikanai). Qui i toni cambiano radicalmente, si fanno più raggianti e gioiosi, in una fusione riuscita di rock e pop. Il tema di fondo è la musica come luogo di condivisione e spensieratezza, in cui esperienze e dolori confluiscono. Un invito ad avvicinarsi al Rock e alla musica, rivolto dall’artista ai propri fan.
Altro brano divergente rispetto a quelli sopra citati è 愛を伝えたいだとか (ai wo tsutaetaidatoka), il cui stile pop, celato funk risulta eufonico e ballabile. Tratta di una turbolenta relazione amorosa (come il rombo di tuoni con cui l’official video esordisce), dalla quale emerge l’incapacità dell’amato di trasmettere il proprio amore. Vana è l’attesa di un suo cambiamento, seppure la speranza di un nuovo incontro non sembra destinata a scemare: “バラの花もないよ…僕が明日良い男になるわけでもないからさ”, “non vi è nessuna rosa…è impossibile cambiare e diventare un uomo migliore il giorno successivo”.
CONCLUSIONE
Pur non distaccandosi completamente dal genere commerciale, Aimyon rivela grande creatività nelle sue canzoni con testi per nulla scontati. Le 11 tracks offerte dall’album appaiono molto diversificate tra loro, rendendo l’ascolto piacevole e non privo di sorprese. Emblematico il brano con cui debuttò nel Marzo 2015, rientrando nella top 10 della classifica brani indipendenti Oricon “貴方解剖純愛歌 〜死ね〜” (dissection of you, pure love song, just die), il cui titolo è alquanto eloquente sulla sua stravaganza e inventiva artistica.
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