6 Marzo 2020 | Pubblicazioni
Autore: Yokomizo Seishi
Titolo originale: Kuronekotei jiken
Editore: Sellerio editore Palermo
Traduzione: Francesco Vitucci
Edizione: 2020
Pagine: 176
Nel giardino della Locanda del Gatto nero affiora un cadavere di donna. È una giovane evidentemente legata agli affari più o meno equivoci del locale ma ha il volto devastato e nessuno può riconoscerla. Un thriller del genere del «delitto senza volto» per il detective Kindaichi Kōsuke, bizzarro investigatore, trasandato, irritante, balbuziente, ma infallibile.
Trama e commento
In un distretto di Tokyo, diventato nel dopoguerra «un pullulare di commerci clandestini», un bonzo del vicino tempio buddista è sorpreso a scavare spasmodicamente nel giardino della Locanda del Gatto nero. Dalla terra affiora un cadavere di donna. È una giovane evidentemente legata agli affari più o meno equivoci del locale ma ha il volto devastato e nessuno può riconoscerla. La polizia si concentra con poca fantasia sugli intrighi adulterini dei due proprietari dell’esercizio, i coniugi Itojima. Il marito sarebbe l’assassino della moglie in complicità con l’amante. Ma alcuni colpi di scena sconvolgono questa ricostruzione. È a questo punto che entra in scena il detective Kindaichi Kōsuke, trasandato, irritante, balbuziente, infallibile: e tutto quanto, da puzzle inestricabile, diventa narrazione coerente.
Spiega l’autore, nella cornice del romanzo – in cui immagina che proprio il detective gli abbia consegnato i documenti per la storia da scrivere – che La locanda del Gatto nero è un thriller del genere del «delitto senza volto». Infatti Yokomizo Seishi è stato il popolarissimo traghettatore nella cultura giapponese della detective story di scuola occidentale; e capace di saldare questa solida tradizione con le paure ataviche e il gusto horror tipici della sua terra. Kindaichi, poliziotto privato giapponese dalla eccentrica personalità e un talento per i misteri irrisolvibili, è esemplare in patria quanto Maigret in Europa.
Autore
Yokomizo Seishi (Kobe 1902-Tokyo 1981) dopo aver lavorato nella farmacia di famiglia e in seguito come giornalista letterario, negli anni Trenta del Novecento iniziò a pubblicare i primi romanzi. Con le sue trame di misteri ottenne un grande seguito di lettori divenendo in Giappone modello della crime story.
In libreria dal 14 Maggio 2020. Già disponibile in prevendita su Amazon e presso i rivenditori online.
1 Marzo 2020 | Pubblicazioni
Autore: Matsumoto Seichō
Titolo originale: Kiri no hata
Editore: Adelphi
Collana: Fabula
Traduzione: Gala Maria Follaco
Edizione: 2019
Pagine: 208
Kiriko è una giovane vent’enne che, dal lontano Kyūshū, si reca a Tokyo per convincere il celebre avvocato Kinzo Ōtsuka a difendere il fratello accusato, a suo parere ingiustamente, di omicidio. Ōtsuka, per ragioni principalmente di carattere economico, rifiuta il caso poiché la ragazza non è in grado di far fronte all’ingente parcella. Il fratello verrà poi condannato alla pena di morte e morirà in carcere poco prima dell’avvenuta esecuzione. Questo è l’inizio del noir di Matsumoto, dove il rifiuto da parte dell’avvocato segna il cambiamento della giovane ragazza del Kyūshū, dando vita al suo gelido piano di vendetta.
“Tutto il sistema penale è colpevole, se i poveri non possono ottenere giustizia.”
“La ragazza del Kyūshū” di Matsumoto è una storia avvincente e intrigante, caratterizzata da una tensione narrativa che impedisce al lettore di distogliere l’attenzione e lo costringe a rimanere con il fiato sospeso grazie ai numerosi colpi di scena. Attraverso un linguaggio semplice ed essenziale ci addentriamo nel Giappone degli anni 60’, familiarizzando con questa “esotica” altresì seducente realtà, costituita, ad esempio, da ragazze che nei locali notturni intrattengono i clienti attraverso una pura e semplice conversazione, senza alcun fine di tipo sessuale.
Oltre ad essere un giallo, l’opera di Matsumoto presenta un’attenta analisi dei sentimenti più intimi e profondi dei personaggi. Come ad esempio il rimorso da parte dell’avvocato per non aver accettato la causa o il desiderio di vendetta che accompagna la protagonista per tutta la durata del racconto. L’insieme di questi stati d’animo conduce il lettore a riflettere e a porsi delle domande: “Alcuni eventi possono effettivamente tradursi in azioni imprevedibili?”; o ancora: “Il dolore può, in un qualche modo, sfociare in un sentimento di vendetta?”. Possiamo definire Matsumoto Seichō un vero e proprio maestro del giallo, tanto è vero che alcuni gli designano l’appellativo di “Simenon giapponese”.
Seichō Matsumoto (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti. È stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l’indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell’edizione originale nel 1958, da cui è stata tratta nel 2007 la miniserie Ten to sen, con Takeshi Kitano.
— Recensione di Federica Mocci.
Guarda anche:
Commenti recenti