31 Marzo 2021 | News
Cineteca JFS!
Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia raccontandovi un nuovo film. Quello che vi presentiamo oggi è Aoi Tori, una tragedia del 2008, diretta da Nakanishi Kenji.
Basata sull’omonimo romanzo di Shigematsu Kiyoshi, affronta problematiche legate soprattutto alla condizione giovanile, tra cui il bullismo scolastico, ma anche temi ancora più duri, come il suicidio. La scuola superiore Higashigaoka Junior è in subbuglio poiché uno degli alunni, Noguchi, si è tolto la vita a causa del bullismo. Subito dopo, un nuovo insegnante supplente, Murauchi. Aoi Tori evidenzia il peso di un enorme macigno, quasi insostenibile, con cui un’intera scuola, e non solo, è costretta a convivere dopo una simile catastrofe.
Guarda il nostro video qui!
28 Marzo 2021 | Musica
Gli OGRE YOU ASSHOLE sono una band indie rock giapponese costituita, originariamente, nel 2001 da Manabu Deto e il fratello maggiore. Con un inizio turbolento, a causa dei diversi cambi di formazione (ora affidata allo stesso Manabu, Kei Mabuchi, Takashi Katsuura e Takashi Shimizu), e un cambio radicale dello stile musicale (nascevano sotto il nome Joy Division di e come cover band dei Nirvana), pubblicano il loro primo lavoro, AlphaBeta vs. Lambda (アルファベータvs.ラムダ), grazie alla casa discografica indipendente OYA nel 2007, abbracciando lo stile indie e alternative rock.
Grazie alle loro sonorità chill, alternate dalla chitarra elettrica e dalla voce squillante del cantante, riescono a farsi strada nel mondo della musica, accompagnando band del calibro dei Foo Fighters o degli Asian Kung-Fu Generation e firmando un contratto con l’etichetta VAP nel 2009. Lo stesso anno pubblicano l’EP Pinhole (ピンホール), la cui omonima canzone venne scelta come sigla finale dell’anime Beyond the Heavens (Sōten Kōro) e il cui video musicale venne inciso nel DVD dell’album Foglamp (フォグランプ), sempre del 2009.
La loro produzione conta, al momento, 9 album (OGRE YOU ASSHOLE (2005); AlphaBeta vs. Lambda (アルファベータvs.ラムダ) (2007); Foglamp (フォグランプ) (2009); homely (2011); 100-nengo (100年後) (2012); Confidential (2013); Papercraft (ペーパークラフト) (2014); Handoruwo Hanasu Maeni (ハンドルを放す前に) (2016); Atarashii Hito (新しい人)(2019)) e svariati EP di cui Shiranai Aizu Shiraseru Ko (しらないあいずしらせる子) (2008) e Ukareteiru Hito (浮かれている人) (2010); la canzone con più ascolti è Mata Ashita (また明日) (Alternate Version) dell’album Confidential, in cui il sound indie rock della band si interseca a diversi strumenti a fiato, i quali si amalgamano perfettamente in una melodia molto leggera, orecchiabile e innovativa, che pur mantiene lo stile che contraddistingue il quartetto.
Il loro insolito nome ha una storia ancor più insolita. Il terzetto originale era grande fan della band Modest Mouse che, nel lontano 2001, stava intraprendendo un tour in Giappone e durante il quale arrivò anche nella prefettura di Nagano. Una di quelle sere, i tre incontrarono i Modest Mouse in un locale di Matsumoto e chiesero proprio a quest’ultimi di aiutarli nella scelta del nome della band. Pare che il bassista Eric Judy, mentre era ubriaco, scrisse OGRE YOU ASSHOLE sul braccio della ex batterista Arata Nishi, dando così il nome ufficiale al terzetto.
—recensione di Giacomo Dima.
24 Marzo 2021 | News
Cineteca JFS!
Anche questa settimana l’Associazione Takamori vi fa compagnia raccontandovi un nuovo film. Quello che vi presentiamo oggi è Distance, un film drammatico del 2001, diretto dal celebre Koreeda Hirokazu.
I membri di una setta religiosa commettono un suicidio di massa dopo aver contaminato l’acquedotto di Tokyo con un virus geneticamente modificato. Tre anni dopo, i familiari delle vittime si recano sulle sponde del lago dove la tragedia è avvenuta, per commemorare l’anniversario della loro morte. Il colpo di scena avviene quando la loro auto viene rubata e così sono costretti a trascorrere la notte nella foresta, accompagnati da un ex-membro della setta che disertò all’attentato. Il film è stato nominato per la Palma d’oro al Festival di Cannes del 2001 e, tra le proiezioni, ricordiamo quella al Taipei Film Festival del 2012.
Guarda il nostro video qui!
21 Marzo 2021 | Film e Serie TV
The Emperor in August, ⽇本のいちばん⻑い⽇
(Giappone, 2015)
Regia: Harada Masato
Cast: Yakusho Kōji, Motoki Masahiro, Matsuzaka Tori
Genere: storico, drammatico
Durata: 136 minuti
The Emperor in August è un film del 2015 del regista giapponese Harada
Masato, ambientato nel periodo precedente alla resa del Giappone nella
seconda guerra mondiale. È un remake del film del 1967 Japan’s Longest Day,
che vede tra i suoi protagonisti alcuni degli attori più famosi del cinema
giapponese, tra cui Ryū Chishū e Mifune Toshirō.
La trama
Durante la fine della seconda guerra mondiale, nel luglio del 1945, il Giappone
è costretto ad accettare la resa con la Dichiarazione di Potsdam. Gli Stati Uniti
sganciano bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Il Generale
Anami Korechika è combattuto tra il compiere la giusta decisione e le
preoccupazioni dell’Imperatore per il proprio popolo. Il Primo Ministro Suzuki
Kantarō conduce invece le trattative, mentre il capo segretario Sakomizu
Hisatsune può solo rimanere a guardare.
Nel frattempo, il Maggiore Hatanaka Kenji e altri ufficiali incaricati, contrari alla
resa del Giappone, occupano il palazzo e una stazione radio. La stazione radio
è pronta a trasmettere il discorso dell’Imperatore Hirohito sulla fine della
guerra.
Tra finzione e realtà
Ciò che cattura maggiormente l’attenzione dello spettatore durante la visione
di The Emperor in August è senza dubbio l’abilità con cui il regista tratta di
fatti storici realmente accaduti e noti a tutti ma ammette la possibilità che le
cose sarebbero potute andare diversamente, analizzando quelle stesse ipotesi.
***
Degna di nota è anche la recitazione di Yakushō Koji, che interpreta il Generale
Anami: il Ministro della Guerra, centro morale del film, deve portare a
compimento gli ordini dell’imperatore e allo stesso tempo tenere a bada gli
ardenti spiriti degli ufficiali dell’esercito, che si rifiutano di ammettere la
sconfitta del Paese.
The Emperor in August è sicuramente un film imperdibile per gli amanti della
storia giapponese, ma può rivelarsi una scoperta interessante anche per
chiunque volesse imparare di più a riguardo.
—recensione di Giorgia Caffagni.
14 Marzo 2021 | Film e Serie TV
Yōkame no Semi 八日目の蝉
(Giappone, 2011)
Regia: Narushima Izuru
Cast: Nagasaku Hiromi, Inoue Mao, Koike Eiko
Genere: drammatico
Durata: 147 minuti
Lingua: Giapponese
Yōkame no Semi (lett. La cicala dell’ottavo giorno) è l’adattamento cinematografico del romanzo Rebirth di Kakuta Mitsuyo.
In questo film viene raccontata la storia di una famiglia, formata da Etsuko, Takehiro e la loro bimba Erina. Takehiro, fino a poco tempo prima della nascita della bambina aveva tradito la moglie con un’amante, Kiwako, la quale dopo aver abortito il suo bambino era rimasta sterile. La piccola Erina viene rapita dall’amante dell’uomo che trova in lei un qualcosa a cui dedicare tutta la sua vita. Passano gli anni, e in questo tempo Kiwako cresce Erina, da lei ribattezzata Kaoru, come fosse la sua vera figlia. Tuttavia, dopo 4 anni di latitanza la donna viene trovata e arrestata e Erina torna dalla sua famiglia, le cose sembrerebbero andare per il meglio se non fosse che in verità il ritorno della bambina non fa altro che mettere in luce una lacerazione irrimediabile nei rapporti familiari. Erina riconosce come sua legittima madre la donna che è andata in galera e non si riconosce più, invece, come membro della sua famiglia di sangue. La madre biologica della bambina, che dopo tutti questi anni di ricerca si trova disconosciuta nel suo ruolo di madre, si dispera, mentre il padre diventa una figura sempre più distaccata. Erina si trova quindi a crescere in una famiglia disfunzionale, senza poter vivere le gioie e i dolori di una vita normale. Un bel giorno però la giovane viene contattata da una giornalista freelance che volendo scrivere un articolo sul suo caso la porta a fare un tuffo nel passato e a tornare nei luoghi della sua infanzia ormai perduta.
La storia viene narrata in medias res e come spettatori ci troviamo a riscoprire gli avvenimenti man mano che riaffiorano alla mente della protagonista stessa. Le continue digressioni nella narrazioni inoltre ci permettono di valutare sotto una luce diversa la figura di Kiwako e di comprendere al meglio i traumi di Erina. È un’opera di grande introspezione psicologica che non permette di incasellare i personaggi nelle banali categorie di “buoni” o “cattivi”, ma ce li mostra come figure complesse.
ll film in patria ebbe un grande successo fin da subito, al punto da ricevere numerosissimi premi alla 35esima edizione del Japan Academy Prize, tra cui ricordiamo quello per il Miglior film dell’anno. Inoltre siamo fieri di dire che i sottotitoli di questo film sono parte del database della nostra associazione.
Vi invitiamo a vederlo e a lasciarvi coinvolgere dalla trama e dai personaggi. E se mai voleste sapere di più sui nostri sottotitoli potete contattarci su info@takamori.it
—recensione di Roberta Novello.
Commenti recenti