Benvenuti! L’Associazione Takamori è lietissima di presentare il nuovo corso serale di lingua giapponese per principianti!
È un corso di livello N5 rivolto a tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco e iniziare a imparare questa lingua. Il corso sarà tenuto dal Prof. Francesco Vitucci, docente di Lingua e Linguistica Giapponese all’Università di Bologna.
Queste lezioni si svolgeranno esclusivamente da remoto sulla piattaforma Teams ogni lunedì dalle 20 alle 21.45. La prima lezione si terrà il 14 ottobre alle ore 20.
Il corso svolgendosi in gruppo vi permetterà di interagire e iniziare sin da subito a praticare la lingua. avrete anche modo di seguire delle lezioni tenute da una madrelingua! Per quanto riguarda i materiali didattici verranno forniti dal Professore in vista dell’acquisto del manuale. Se siete interessati non aspettate ad iscrivervi! Sarà un corso a numero chiuso e le iscrizioni apriranno da inizio agosto fino a fine settembre. Per ulteriori informazioni e qualsiasi domanda non esitate a contattarci all’indirizzo mail: info@takamori.it. Vi aspettiamo numerosi!
Attori principali – Kitano Takeshi, Fujiwara Tatsuya, Maeda Aki
In un futuro prossimo, la società giapponese è sull’orlo del collasso e l’autorità scolastica inizia ad esercitare un controllo totale. Battle Royale, diretto da Kinji Fukasaku, affronta questa premessa per generare un film estremamente violento ma non non così distante dalla realtà in cui viviamo. Il film ormai considerato uno dei più grandi classici del cinema giapponese ha incassato 30 milioni di dollari globalmente a fronte di un budget di 4,5 milioni.
All’inizio del film ci viene mostrato un gruppo di studenti di una classe liceale che viene inviato su un’isola remota, costretti a combattere tra loro fino alla morte in un gioco crudele organizzato dal governo. La violenza non è l’unico tema del film; Fukasaku esplora anche le reazioni dei ragazzi di fronte alla morte imminente, originata dal Millennium Educational Reform Act.
Alcuni rifiutano di combattere, altri tentano di sabotare il sistema, mentre altri ancora abbracciano la sfida con un gusto psicotico. Kazuo Kiriyama, freddo, impassibile e esperto con le armi come fosse un cyborg e Mitsuko Souma, che nasconde un passato traumatico, vede il gioco come un’opportunità per regolare vecchi conti.
Il protagonista, Shuya Nanahara, armato solo di un coperchio di pentola, tenta di proteggere la ragazza che ama, Noriko. Nonostante la sopravvivenza sembri quasi impossibile saranno proprio loro, i personaggi all’apparenza più deboli a sopravvivere grazie alla loro unione.
La decisione di Fukasaku di dirigere Battle Royale è influenzata dalle proprie esperienze traumatiche durante la seconda guerra mondiale. L’ambientazione sull’isola funge da sfondo per un esperimento sociale, che mette in luce la brutalità umana.
Il film inoltre critica aspramente la società giapponese, in particolare quei valori post-bellici improntati verso un estremo spirito di competitività e generati per la prima volta proprio all’interno dell’ambiente scolastico. Battle Royale rimane un capolavoro di critica sociale e drammaticità, che lascia un’impronta indelebile nella storia del cinema mondiale, testimoni le diverse opere che presentano un palese calco come “Hunger Games” e “Squid Game”, opere di grande successo mediatico ma non in grado di eguagliare a livello qualitativo l’opera a cui si sono ispirate.
Tutti i figli di Dio danzano di Murakami Haruki, rappresenta una delle opere meno conosciute di questo celebre autore: si tratta di una raccolta di sei racconti autoconclusivi dove i personaggi più disparati, accomunati da un flusso di pensieri simile, affronteranno la graduale scoperta di loro stessi. Ciò che collega queste storie è il riferimento diretto con l’avvenimento del terribile terremoto di Kobe del 17 gennaio 1995 che provocò la morte di più di seimila persone. Questo catastrofico evento che ha segnato profondamente il Giappone, a volte viene semplicemente citato, altre volte invece svolge un ruolo cruciale nella trama. Nei personaggi emerge la paura generata sia dal terremoto sia dalle proprie emozioni, e in particolar modo di ciò che ciascuno di noi ha dentro: si tratta di qualcosa di sconosciuto ed ignoto che può essere analizzato solo attraverso un’indagine introspettiva della propria individualità, che una volta emersa, provoca paura e sgomento.
I personaggi sono uomini e donne comuni, spesso banali, caratterizzati da uno stile di vita solitario e dalla continua ricerca di qualcosa che possa portare un cambiamento significativo nelle loro vite. L’attenzione è concentrata prettamente sulla dimensione psicologica dei protagonisti, i quali, grazie a determinati eventi, riescono ad autoanalizzarsi entrando in contatto con i lati più viscerali e inesplorati del loro essere. Anche il tema della morte in relazione al significato della vita umana è uno degli aspetti che si ripresenta più volte all’interno delle narrazioni: solamente tramite un processo di grande sofferenza, in particolare modo emotiva, i protagonisti potranno raggiungere il loro lato più oscuro al fine di liberarsi dall’ opprimente giogo dell’esistenza.
I racconti, pur essendo brevi, sono ricchi di eventi inspiegabili, imprevedibili e a tratti anche umoristici: non è chiaro se ciò che stanno vivendo i personaggi sia effettivamente reale, poiché la narrazione si articola spesso lungo una dimensione che appare alienante e dai tratti onirici.
La scrittura di Murakami Haruki è sempre stata caratterizzata da un tratto ambiguo e lo si può notare anche in quest’opera. Le varie storie non presentano dei finali espliciti e concreti ma lasciano sempre libera interpretazione al lettore, che viene travolto da una catena di avvenimenti indecifrabili e quasi fiabeschi.
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