Ayatsuji Yukito || Giallo Giappone

🕵🏻‍♂️ Ben ritrovati! Oggi siamo qui per parlarvi del sesto protagonista della rassegna Giallo Giappone, dedicata a tutti gli appassionati di gialli, ma soprattutto di gialli giapponesi!

📚 Ayatsuji Yukito è conosciuto come uno dei maggiori esponenti del movimento neo tradizionalista del genere mystery in Giappone. La sua opera più conosciuta, “I misteri della casa decagonale”, si è posizionata all’ottavo posto della classifica delle 100 migliori opere mystery giapponesi di sempre.

“I delitti della casa decagonale” (trad. Stefano Lo Cigno, Einaudi Editore 2024) narra la vicenda di sette studenti universitari, accomunati da una grande passione per il mystery, che decidono di trascorrere una settimana sull’isola di Tsunojima – che solo qualche mese prima era stata teatro di una tragedia familiare. L’atmosfera generale cambierà repentinamente nel momento in cui uno dei ragazzi viene trovato senza vita nella sua stanza. Poi un altro. E un altro ancora. Ai giovani non resta che raccogliere tutto il loro coraggio, vestire i panni di detective, e porre fine a quell’orrore il prima possibile.
Una serie di delitti minuziosamente architettati, storie d’amore che si intrecciano tra passato e presente e spiccate capacità intellettive di detective improvvisati sono gli ingredienti principali di quest’opera, un perfetto tributo a un pilastro del genere giallo, cioè “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie.

📍Dove
Biblioteca SalaBorsa
Piazza del Nettuno, 3, 40124 Bologna

📆 Quando
Mercoledì 12/03/2025, h 18:00

Vi aspettiamo!

Città di Cadaveri – Ōta Yōko || Recensione

Autrice: Ōta Yōko
Traduzione: Veronica De Pieri
Editore: Inari Books
Edizione: 2021

Il romanzo Città di Cadaveri (in giapponese Shikabane no machi) venne pubblicato inizialmente nel 1948, a soli 3 anni dalla catastrofe di Hiroshima e fu successivamente riproposto nella sua versione integrale nell’edizione del 1950, in cui compare per la prima volta la prefazione dell’autrice (in questa edizione è posta come prima postfazione). Ōta Yōko, giornalista e scrittrice, dopo aver vissuto in prima persona il bombardamento atomico si fa portavoce dei sopravvissuti di Hiroshima, gli hibakusha, e delle vicende che sono seguite al 6 agosto 1945.

La prima edizione del romanzo fu pesantemente censurata dai provvedimenti governativi e fu sfortunata nella ricezione a causa dell’atteggiamento discriminatorio verso i sopravvissuti al bombardamento. L’autrice stessa, ossessionata dal terrore di una possibile morte improvvisa a causa delle radiazioni, scrive il testo tra l’agosto e il novembre del 1945. Il romanzo si presenta come un resoconto dei giorni immediatamente successivi alla catastrofe fino ad un mese dallo scoppio della bomba. Esperienze personali si uniscono ad un report dallo stampo giornalistico che fanno del testo sia una testimonianza personale dell’autrice sia un reportage oggettivo dei giorni e mesi a seguito del bombardamento.

Il romanzo racconta l’esperienza dell’autrice che, a poca distanza dall’epicentro nel momento dello scoppio della bomba, si salva miracolosamente insieme alla madre e alla sorella. Ōta Yōko ci offre la sua testimonianza di quelli che sono stati gli strazianti minuti, giorni e settimane a seguito del disastro. Non solo ci viene narrata la sua esperienza, ma quella di molti altri hibakusha, sopravvissuti al bombardamento ma persi nella desolazione e nel dolore degli eventi. Racconta il dolore dell’umanità davanti al terrore e alla sofferenza della bomba atomica, ma anche la forza e resilienza necessari per continuare a vivere dopo aver visto la propria casa, la propria città ardere davanti ai propri occhi, senza sapere cosa ne è dei propri cari e cosa ne sarà del domani.

Ōta Yōko ci rivela grazie alla sua testimonianza la necessità di coltivare una memoria collettiva, ci racconta un tempo ormai passato che non può e non deve essere dimenticato. Il racconto sensibile ed allo stesso tempo apatico di Ōta si presenta come un tentativo di fornire un resoconto il quanto più oggettivo della situazione ad Hiroshima e riesce così catturare l’umanità che nel mare di devastazione causato dalla bomba atomica, persiste incessantemente nella ricerca della speranza di un futuro migliore.

Recensione di Valeria D’Alessandro