Oh Lucy! (2018) 

オー・ルーシー!

di Hirayanagi Atsuko 平柳敦子

con Terajima Shinobu 寺島しのぶ, Josh Hartnett Yakusho Kouji 役所広司

Una donna invisibile

Kawashima Setsuko (Terajima Shinobu) è una donna di mezza età priva di stimoli: accanita fumatrice, vive sola in un caotico appartamento di Tokyo. Durante il giorno, lavora come semplice impiegata in un ufficio dove l’ipocrisia la fa da sovrana. Nonostante la capitale sia piena di opportunità, la sua vita sembra un totale fallimento. L’unica persona a lei vicina è la nipote Mika (Kutsuna Shiori), figlia di sua sorella maggiore Ayako (Minami Kaho); la ragazza lavora come cameriera e, per poter risparmiare il più possibile, è stata costretta ad abbandonare il ciclo di lezioni annuali di inglese al quale si era iscritta tempo prima. Su richiesta della nipote, essendo il corso altrimenti non rimborsabile, Setsuko decide pertanto di provare lei stessa una prima lezione gratuita.

 

La nascita di Lucy

All’ingresso dell’aula (situata in una sorta di locale a luci rosse), la donna incontra il californiano John Woodruff (Josh Hartnett), un insegnante di inglese decisamente fuori dall’ordinario. L’uomo, abbracciandola calorosamente e impartendole il minimo indispensabile per poter comunicare, le ordina di parlare esclusivamente in inglese durante le sue lezioni: a detta sua, è difatti necessario immedesimarsi completamente in un parlante nativo per assorbire ogni aspetto di una lingua. Pertanto, agli occhi di John, Setsuko sarà sempre e soltanto l’americana Lucy, una donna dai capelli biondi e ricci (da qui l’uso della parrucca), sicura di sé, spregiudicata e amante dell’avventura.

Il nome Lucy viene scelto in maniera totalmente casuale, pescando dei bigliettini da una scatola; lo stesso vale per il compagno di corso della donna, Tom, ossia il consulente per la sicurezza Komori Takeshi (Yakusho Kouji). Il nuovo alter-ego, tuttavia, risveglia in Setsuko dei sentimenti nascosti da tempo, un desiderio di emancipazione che mai avrebbe sperato di ottenere nella sua veste di quarantenne single; esso le offre finalmente l’opportunità di abbandonare l’eccessiva rigidità giapponese a favore di una rilassatezza e disinibizione tipicamente americane.

Il viaggio

Affezionandosi immediatamente al suo nuovo insegnante, la donna resta però spiazzata alla notizia che John è ritornato a vivere a Los Angeles insieme a Mika, con la quale aveva instaurato una relazione segreta. Setsuko, calatasi ormai completamente nei panni di Lucy, si avventura allora a fianco della sorella Ayako (nonostante la loro controversa relazione) in un viaggio on the road nel caldo ambiente californiano alla ricerca dei due fuggiaschi. Qui, tra studi di tatuaggi e motel squallidi, le due donne faticano a venire a patti con una realtà così diversa e a tratti incomprensibile.

Alla vista di un John così diverso e americano rispetto alla sua variante giapponese (più una sorta di skater, al contrario dell’uomo raffinato e composto, con tanto di occhiali da vista e capelli laccati che aveva conosciuto a Tokyo), Setsuko non perde però l’attrazione che prova dal giorno del loro primo incontro, un amore che simboleggia il suo desiderio di evasione da una vita triste e fallimentare. Il suo alter-ego è determinato a riscattarsi, a trovare finalmente quel briciolo di felicità tanto agognata. Nella creazione di questo viaggio interiore dai risvolti inaspettati, la regista Hirayanagi Atsuko (al suo primo lungometraggio) pone lo spettatore di fronte alle differenze e agli stereotipi che dividono le due metropoli (la disumanizzata e soffocante Tokyo vs. la calda e accattivante Los Angeles) in un turbinio di comicità, momenti drammatici, scontri linguistici e forti emozioni che rendono Oh Lucy! un film unico nel suo genere.

Ecco il trailer:

 

— recensione di Sara Martignoni


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