Autore: Matsumoto Seichō
Titolo originale: Kiri no hata
Editore: Adelphi
Collana: Fabula
Traduzione: Gala Maria Follaco
Edizione: 2019
Pagine: 208
Kiriko è una giovane vent’enne che, dal lontano Kyūshū, si reca a Tokyo per convincere il celebre avvocato Kinzo Ōtsuka a difendere il fratello accusato, a suo parere ingiustamente, di omicidio. Ōtsuka, per ragioni principalmente di carattere economico, rifiuta il caso poiché la ragazza non è in grado di far fronte all’ingente parcella. Il fratello verrà poi condannato alla pena di morte e morirà in carcere poco prima dell’avvenuta esecuzione. Questo è l’inizio del noir di Matsumoto, dove il rifiuto da parte dell’avvocato segna il cambiamento della giovane ragazza del Kyūshū, dando vita al suo gelido piano di vendetta.
“Tutto il sistema penale è colpevole, se i poveri non possono ottenere giustizia.”
“La ragazza del Kyūshū” di Matsumoto è una storia avvincente e intrigante, caratterizzata da una tensione narrativa che impedisce al lettore di distogliere l’attenzione e lo costringe a rimanere con il fiato sospeso grazie ai numerosi colpi di scena. Attraverso un linguaggio semplice ed essenziale ci addentriamo nel Giappone degli anni 60’, familiarizzando con questa “esotica” altresì seducente realtà, costituita, ad esempio, da ragazze che nei locali notturni intrattengono i clienti attraverso una pura e semplice conversazione, senza alcun fine di tipo sessuale.
Oltre ad essere un giallo, l’opera di Matsumoto presenta un’attenta analisi dei sentimenti più intimi e profondi dei personaggi. Come ad esempio il rimorso da parte dell’avvocato per non aver accettato la causa o il desiderio di vendetta che accompagna la protagonista per tutta la durata del racconto. L’insieme di questi stati d’animo conduce il lettore a riflettere e a porsi delle domande: “Alcuni eventi possono effettivamente tradursi in azioni imprevedibili?”; o ancora: “Il dolore può, in un qualche modo, sfociare in un sentimento di vendetta?”. Possiamo definire Matsumoto Seichō un vero e proprio maestro del giallo, tanto è vero che alcuni gli designano l’appellativo di “Simenon giapponese”.
Seichō Matsumoto (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti. È stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l’indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell’edizione originale nel 1958, da cui è stata tratta nel 2007 la miniserie Ten to sen, con Takeshi Kitano.
— Recensione di Federica Mocci.
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