Benritrovati! Questa è Meijin Film Directors, la rubrica Takamori sui registi giapponesi, e oggi continuiamo a parlarvi di Sono Shion.
“Suicide Club” del 2002 è la prima parte della trilogia del suicidio, nonchè il primo vero successo di Sono.
Un gruppo di detective è alla ricerca di un movente che si cela dietro un’incredibile quantità di suicidi.
Si scoprirà la presenza di un sito internet che tiene conteggio del numero delle morti avvenute e quelle future.
A metà fra un thriller e uno spionaggio, questo film punta apertamente il dito contro la società nipponica, rea di deumanizzare i propri figli attraverso soprattutto la repressione scolastica.
Nel 2008 Sono realizza un’opera mastodontica di quasi 4 ore, “Love exposure” è un lavoro complesso e denso che mescola un’infinità di generi, dallo splatter alla commedia, passando per il dramma senza mai stridere fra loro.
Mettendo alla berlina ogni forma di religione e riflettendo su tematiche come la repressione sessuale, il regista dà vita a un film coinvolgente quanto folle e, allo stesso tempo, una delle storie d’amore più originale del nuovo millennio.
La casa di produzione Nikkatsu recluta alcuni registi di spicco con l’idea di celebrare il “pinku eiga“, un genere soft-core che andava in voga negli anni 70′. Sono coglie l’occasione per darne una propria rilettura e realizza così, nel 2016, “Antiporno“.
Questo mediometraggio, caratterizzato da scenografie sgargianti e sorprendenti risvolti metanarrativi, smaschera la mentalità maschilista del Giappone odierno e analizza l’apparente emancipazione di cui gode la donna nel XXI secolo.
Se volete scoprire le vite e le opere di altri registi giapponesi, continuate a seguirci! A presto!
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