Zatōichi: The Last (2010)

Zatōichi: The Last è un film del 2010, diretto da Sakamoto Junji e basato sull’opera letteraria di Shimozawa Kan, Zatōichi Monogatari e nel 2011, la pellicola è stata proiettata alla sesta edizione dell’Ōsaka Asian Film Festival

La storia segue le vicende di un samurai non vedente, Zatōichi, che ritorna nella sua città natale per condurre una vita ordinaria. Ma, ben presto, sarà costretto a riprendere in mano la spada e tornare a combattere.

La città del protagonista è in pericolo a causa di un gruppo di yakuza, che vogliono trasformarla in un porto e sfruttare gli abitanti per ricavare denaro. Zatōichi usa le sue abilità per difendere il villaggio, ma in questo modo, la sua identità viene svelata, e lui dovrà subirne le conseguenze.

Gli abitanti si rivolgono a Zatōichi per chiedergli di aiutare il suo villaggio, come ha fatto con altri. Così, nel corso della sua avventura, il samurai si trova a lottare contro la yakuza, ma qualcosa non va come previsto. Infatti, non solo dovrà superare il suo tragico passato, ma anche affrontare numerose difficoltà, senza mai perdersi d’animo.

Zatōichi: The Last vi offrirà un piccolo viaggio nel mondo samuraico giapponese, facendovi esplorare il genere cinematografico del jidaigeki. Il protagonista ne uscirà vittorioso? Se ha suscitato il vostro interesse, e volete conoscere nuovi registi e film dal Giappone, seguiteci sui nostri canali, link in descrizione!”. Potete guardare il nostro video qui, vi aspettiamo!

The long excuse (2016)

Titolo: The long excuse

Titolo originale: 永い言い訳

Regista: Nishikawa Miwa

Uscita al cinema: 14 ottobre 2016

Durata: 124 minuti

 

La Trama

 Saicho Kinugisawa è uno scrittore dal carattere molto difficile, cinico e distaccato. Una sera mentre consuma un rapporto sessuale con la sua amante viene a sapere che sua moglie muore in un incidente stradale. Non ne è particolarmente colpito, per via del fatto che da parte sua non ci fosse vero amore verso la moglie, tuttavia essendo un personaggio pubblico gli vengono fatte domande e interviste sulla defunta moglie e nel rispondere finge estremo dolore e rammarico. Durante il funerale però incontra un amico della moglie che ha subito un lutto per lo stesso incidente. Per il suo cinismo e la sua concezione di dover apparire dispiaciuto si offrirà di dare una mano a badare ai figli dell’amico, non sapendo però che questa sua scelta dettata dal suo distaccamento emotivo gli cambierà la vita

L’elaborazione del lutto

Subire un lutto non è una situazione facile a livello emotivo e ognuno reagisce in maniera molto differente a seconda del suo carattere. Il messaggio che la regista voleva mandare era proprio questo rappresentando le diverse vite dei due protagonisti che improvvisamente si trovano immersi nella stessa situazione. Il ruolo dei bambini inoltre è fondamentale: grazie alla loro ingenuità data dalla giovane età vedono tutto con occhi diversi e anche loro devono combattere contro dispiacere e tristezza dovendo anche però affrontare contemporaneamente una situazione economica e familiare non delle migliori.

Trasformazione

La tematica centrale nel film, oltre al lutto, è come un’esperienza traumatica possa cambiare radicalmente le persone. Nishikawa lo rappresenta in maniera precisa e dolce senza tralasciare o saltare alcuna parte di questo processo. Lo si vede in maniera molto spiccata nel personaggio di Saicho che, a causa di vari avvenimenti dopo la morte della moglie, e anche grazie ad una grande prestazione attoriale di Motoki Msashiro, arriverà a capire che il se stesso scrittore non era la persona adatta a superare questo terribile evento e che sarebbe dovuto cambiare in tutto e per tutto.

 

—recensione di Massimo Magnoni.

 

 

 

 

Gohatto (1999)

Il film che vi presentiamo oggi è Gohatto, un film del 1999 diretto da Ōshima Nagisa e tratto dai racconti di Shiba Ryōtarō.

Il film è ambientato nella Kyōto del bakumatsu, nel 1865, gli ultimi giorni del dominio samuraico. Minacciati da nuovi stili di combattimento e dell’apertura ai paesi europei, gli uomini della Shinsegumi, una milizia di samurai scelti dallo shōgun, stilano una serie di regole da rispettare in maniera ferrea, punendo anche con la morte eventuali violazioni.

A dare inizio alle vicende è l’arruolamento di Sōzaburō Kanō, figlio di un ricco mercante intenzionato a intraprendere, però, la carriera militare. È un guerriero molto capace ma il suo aspetto attrarrà molti membri del gruppo, studenti e superiori, creando tensioni fra gli uomini che inizieranno a gareggiare per avere le sue attenzioni

Il film fu presentato in concorso al 53° Festival di Cannes. Fra i vari premi ricordiamo quelli per miglior film e miglior regista ai Blue Ribbon Awards e agli Hochi Film Awards.

Il film ritrae la crisi del sistema shogunale al termine dell’epoca Edo e con esso anche del codice di valori che i samurai si erano imposti portando allo sgretolamento della società Tokugawa e all’apertura al mondo oltreoceano.

Se anche voi volete sapere cosa accadrà all’interno della shisengumi vi invitiamo a guardare il nostro video cliccando qui.

Her Love Boils Bathwater (2016)

Titolo originale: 湯を沸かすほどの熱い愛

Anno d’uscita: 2016

Regia: Nakano Ryōta

Cast: Miyazawa Rie, Sugisaki Hana, Odagiri Joe

Genere: drammatico

Durata: 125 minuti

Her Love Boils Bathwater è un film del 2016 diretto da Nakano Ryōta. La pellicola è stata selezionata per essere presentata alla 90ª edizione degli Academy Awards, concorrendo per il premio al Miglior Film Internazionale, senza poi ricevere la nomina.

La storia segue la vicenda di Futaba che, insieme alla figlia Azumi, vengono abbandonate dal marito, Kazuhiro. La depressione e il disorientamento in seguito alla separazione la portano a chiudere l’impresa di famiglia, un bagno pubblico.

Passa un anno, alla donna viene diagnosticato un cancro in fase avanzata, per cui le rimangono soltanto pochi mesi di vita. Invece di cadere in una spirale depressiva, Futaba decide di usare il poco tempo che le resta al massimo delle sue possibilità. Ritrova Kazuhiro, a sua volta rimasto solo con una bambina di nove anni, Ayuko, da accudire, e insieme riaprono il bagno di famiglia. Allo stesso tempo, la donna deve far fronte alle difficoltà di Azumi nel farsi valere a scuola, dove è vittima dello scherno dei suoi compagni, e rivelarle la verità su sua madre.

Nel corso del film, la protagonista incontra vari personaggi, tra cui Takimoto, un investigatore privato rimasto vedovo insieme alla figlia Mayu, e Takumi, un giovane figlio di un ricco imprenditore e insoddisfatto della propria vita, alla ricerca di un obiettivo da raggiungere. Futaba riesce a comprendere i bisogni e le sofferenze di chiunque lei incontri, e da buona madre se ne prende cura con amorevolezza.

Her Love Boils Bathwater è una meravigliosa storia d’amore materno, in cui i rapporti si intrecciano attorno alla figura di Futaba, che riesce a colmare quel vuoto d’affetto che tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, sembrano condividere. Dal non essere madre di nessuno, a sua volta abbandonata dalla sua stessa madre, diventa madre di tutti, figura in grado di accendere il fuoco della passione nelle persone. Nonostante la morte appaia come tema centrale nell’opera, continuamente reiterato dall’aggravarsi delle condizioni di Futaba, il film si presenta come un inno alla vita, in grado di lasciare una traccia indelebile nella memoria dello spettatore.

Le straordinarie performance di Miyazawa Rie e Sugisaki Hana nei ruoli di madre e figlia hanno vinto il premio come Miglior Attrice e Miglior Attrice non Protagonista, al 40° Japan Academy Prize, al 26° Japanese Movie Critics Awards e al 59° Blue Ribbon Awards.

—recensione di Matteo Aliffi.

Radiance (2017)

Titolo: Radiance

Titolo originale: 光

Regista: Kawase Naomi

Uscita al cinema: 27 maggio 2017

Durata: 102 minuti

 

La Trama

Il cinema è un mezzo di comunicazione molto potente, che permette di vivere esperienze di altre persone, entrando in contatto con queste e creando un legame tramite un fascio di luce proiettato. Misako, la protagonista, con il suo lavoro di narratrice di film per non vedenti cerca di rendere accessibile questo scambio di emozioni a chi questa luce purtroppo non lo vede. Tuttavia tra il suo pubblico incontrerà una figura molto schietta di nome Nakamori, un fotografo che ha dovuto interrompere la sua carriera a causa di una progressiva cecità. Egli la accusa con modi scortesi di imporre le emozioni trasmesse nel lungometraggio non lasciando spazio all’immaginazione. Nasce quindi un confronto tra i due che li porterà a relazionarsi per lungo tempo. Un confronto tra un uomo che ha perso la speranza e una donna che nel minimo raggio di luce trova emozioni e voglia di continuare per la propria strada.

 

Luci e prospettiva

Già dai primi momenti il film mostra come le sensazioni provate da una persona tramite i propri sensi non siano banali. Nakamori comprende bene questa visione poiché ha sempre dato un’importanza speciale alla sensazione che la luce gli ha donato nel corso della sua carriera. Per questo non riesce ad accettare la sua condizione e trova fastidiosi gli eccessi di Misako nel rappresentare ciò che appare su schermo. Questo scontro tra due prospettive diametralmente opposte crea un interessante legame tra i due personaggi che scopriranno di essere accomunati da molte più cose di quanto potessero immaginare.

 

L’occhio cinematografico

Un elemento peculiare dell’opera è che la regista da una estrema importanza all’elemento visivo, che avvolge gli eventi e i dialoghi tra i personaggi. Questa forte componente visiva aiuta nella comprensione delle vicende e accompagna lo spettatore facendogli comprendere al meglio i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti.

 

— recensione di Massimo Magnoni

 

Ima ai ni yukimasu (2004)

Ima, ai ni yukimasu, conosciuto anche con il titolo internazionale Be with You, è un film drammatico del 2004 diretto da Doi Nobuhiro e basato sull’omonimo romanzo di Ichikawa Takuji.

La storia si apre con la prematura morte di Mio, una giovane donna, che lascia suo marito Takumi e suo figlio di sei anni, Yuji. Prima di morire, fa al suo amato una promessa apparentemente impossibile da mantenere: un anno dopo, durante la stagione delle piogge, ritornerà da loro.

Al di là di ogni aspettativa, Mio tiene fede al suo impegno: si ripresenta davvero dinanzi a Takumi e Yuji, ma senza nessun ricordo della sua vita precedente. Così, l’uomo cerca di svelare l’inspiegabile mistero relativo al ritorno di sua moglie. Ma alla fine della stagione delle piogge, dovranno separarsi per sempre e dirsi addio definitivamente.

La pellicola ha vinto il premio per il Miglior Attore non Protagonista ai Nikkan Sports Film Awards del 2004, ed è stata nominata ai Japan Academy Awards del 2005 e agli Hong Kong Film Awards del 2006.

Quando due anime si trovano, niente può separarle, neanche la morte. Ecco il messaggio che Ima ai ni yukimasu vuole trasmetterci attraverso una storia così profonda e commovente. Se volete emozionarvi e scoprire il mistero della ricomparsa di Mio, non potete perdere questa occasione!

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