Kirino Natsuo – Grotesque || Recensione


Autore: Kirino Natsuo
Editore: Beat
Traduzione: Gianluca Coci
Collana: BEAT BEST SELLERS
Anno di edizione: 2021
Pagine: 848


“Gli uomini – i maschi intendo dire – vivono secondo regole che hanno stabilito da soli e unicamente per sé stessi. E tra queste regole ce n’è una in base alla quale noi donne non saremmo altro che una specie di oggetto da possedere.
Una figlia appartiene al padre, una moglie al marito.” Due sorelle, figlie di una giapponese e di uno svizzero: Yuriko, bellissima fin da bambina, a tal punto da mettere in ombra le altre ragazze. L’altra, talmente succube della bellezza della sorella e talmente priva di attributi peculiari da non essere mai nominata all’interno del romanzo, costituisce l’io narrante della storia. La storia di una donna invisibile, che per colpa della sorella arriva a serbare un rancore così forte, da desiderarne la scomparsa o addirittura la morte. Se ne prospetta l’occasione quando il padre si trasferisce per lavoro in Svizzera, e lei rimane in Giappone, vivendo con il nonno, per cercare di entrare nel prestigioso liceo Q.
Anche in questo caso dovrà dare tutta sé stessa per raggiungere il suo obiettivo, salvo poi vedere Yuriko passarle avanti senza difficoltà grazie alla sua bellezza. Quest’ultima è forse l’unica delle protagoniste che ha ben chiara l’ineluttabilità del proprio destino, conscia che la sua bellezza sia passeggera, non un privilegio, bensì un bene di scambio per ottenere una vita agiata. In questo contesto avviene l’incontro con Sato Kazue, con la quale Yuriko condividerà sia la professione di prostituta, seppur motivata in maniera diametralmente opposta, sia la morte per mano di un uomo.
Intricati fili si annodano nelle trame di due esistenze culminate nella violenza. Dalla storia delle due donne uccise emerge uno spaccato della società giapponese, e il romanzo è a tutti gli effetti una critica alla società giapponese, alla divisione in classi sociali, all’impossibilità dell’emancipazione femminile.
È un romanzo che parla della donna, di come non riesca ad affermare sé stessa in quanto tale se non attraverso delle maschere. Da qui infatti la prostituzione, vista non solo come risposta alle proprie necessità, ma anche come strumento di emancipazione e di espressione libera del proprio io. La realizzazione è un privilegio concesso solo agli uomini, ed infatti le donne di questo romanzo non riescono a trovare la via per raggiungerla. Le vere protagoniste di questo romanzo sono la sofferenza, l’invidia, la frustrazione, ed un senso di solitudine che accompagna la storia di tutte queste donne.


Recensione di Fausto Henri Giunti

Koreeda Hirokazu – Pensieri dal Set

Pensieri Dal Set di Koreeda Hirokazu, pubblicato in Giappone nel 2016 col titolo Eiga o torinagara kangaeta koto è un’autobiografia che ripercorre la carriera del regista rievocando aneddoti ed episodi accaduti durante le riprese delle proprie opere.
Il volume è edito da Cuepress e la traduzione è a cura di Francesco Vitucci.

Hirokazu Kore’eda esordisce nel 1995 sul grande schermo con il lungometraggio dal titolo Maborosi. Ispirato a una novella di Teru Miyamoto, viene presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e vince l’Osella d’oro per la miglior regia.
Il successo arriva però con il film successivo, Wandāfuru raifu del 1998.
Da qui in poi il cineasta riuscirà a scalare l’olimpo della fama internazionale grazie ad opere del calibro di Nobody Knows (Daremo Shiranai) proiettato per la prima volta nel 2004, Still Walking (Aruitemo Aruitemo) pellicola del 2008 e, tra le più recenti, Un Affare di Famiglia del 2018.

Le pellicole di Koreeda Hirokazu fanno parte del filone intimista e hanno come tema principale i legami interpersonali.
Affetti, legami familiari, sentimenti spesso sofferti sono le tematiche più care al cinema di Koreeda.
Anche il tema della memoria e l’elaborazione del lutto sono argomenti che spesso il regista affronta.

L’opera biografica racconta puntualmente il percorso del cineasta partendo dagli albori sino ad arrivare alle produzioni più recenti, costellando l’intera lettura di curiosità e aneddoti talvolta non ancora raccontanti.
E’ il caso di Nobody Knows nel quale il regista racconta fatti di cronaca realmente accaduti che ispirarono la stesura e la produzione della pellicola.

Koreeda ricostruisce il proprio viaggio nel mondo del cinema, un percorso partito dai primi documentari e approdato a importanti successi internazionali (Father and Son, premio della giuria al Festival di Cannes del 2013).
Ricordi ed episodi inediti avvenuti durante la lavorazione dei suoi film – pagine rivelatrici non solo della sua prospettiva artistica, ma anche della visione della società nipponica, spesso tema centrale delle sue pellicole.

Koreeda Hirokazu
PENSIERI DAL SET

Ricordiamo che l’opera è disponibile presso il sito di Cuepress e che verrà inoltre presentata Martedì 29 Novembre al cinema Lumière di Bologna dove a seguire verrà proiettata l’ultima pellicola del regista, Le Buone Stelle – Broker, uscito il 13 Ottobre 2022 nelle sale italiane.

Higashino Keigo – L’Emporio dei piccoli miracoli || Recensione

Autore: Higashino Keigo
Titolo originale: ナミヤ雑貨店の奇蹟 Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Parole
Traduzione: Stefano Romagnoli Edizione: 2018
Pagine: 340


Shōta, Kōhei e Atsuya sono tre ladri inesperti che dopo aver svaligiato una casa in un piccolo paesino di campagna finiscono per ritrovarsi senza auto. Di ritorno a piedi decidono di nascondersi in un negozio all’apparenza abbandonato, l’Emporio Namiya, ma durante la notte viene loro recapitata una lettera da sotto la porta: è una richiesta di aiuto all’anziano proprietario, un tempo famoso per i suoi consigli. I tre decidono di fare le sue veci e lasciano la lettera di risposta fuori l’entrata, che poco dopo viene a sua volta risposta. Mentre notano che la corrispondenza è datata 1979, le lettere di aiuto cominciano a moltiplicarsi insieme ai fantomatici mittenti. I tre cominciano quindi a rispondere ad ogni singola lettera, cercando di cambiare quanto possibile il passato nella speranza di poter migliorare il futuro di quei perfetti sconosciuti…
Piacevole e accattivante, il romanzo tiene il lettore incollato grazie alla capacità di un autore come Higashino di mettere in atto una trama tanto complessa quanto coinvolgente. Realtà e ultraterreno si intrecciano tramite il filo conduttore che unisce passato, presente e futuro in un destino inconsapevolmente già tracciato. È infatti impossibile non appassionarsi ai numerevoli personaggi che con le loro vicende sono in grado di intrattenere e offrire uno spunto di riflessione.
L’Emporio dei piccoli miracoli non tratta soltanto del riscatto di tre maldestri ladri ma racconta la capacità intrinseca dell’animo umano di mutare attraverso le azioni.
Le domande, quelle che ci tormentano, hanno risposte più semplici di quanto crediamo e spesso fatichiamo ad accettare che siano già presenti in noi.
Ascoltare ed essere ascoltati allora può davvero fare la differenza…

—Recensione di Claudia Ciccacci.

Il Detective Kindaichi di Yokomizo Seishi per Il Corriere della Sera

L’Associazione Takamori è lieta di annunciare l’uscita per il Corriere della Sera de Il Detective Kindaichi di Yokomizo Seishi.

Il romanzo sarà la quarta uscita della collana Giappone, crimini e misteri: una raccolta di romanzi che vi lasceranno col fiato sospeso a cura di Annachiara Sacchi.
Dalle atmosfere oniriche di Murakami Haruki al pulp di Isaka Kōtarō. Dal thriller dirompente di Natsuo Kirino al classico del giallo di Yokomizo Seishi. Per immergersi negli aspetti più misteriosi e inediti di una letteratura che ha conquistato i lettori italiani.

La collana sará composta di 12 uscite

Nel segno della pecora di Murakami Haruki

I sette killer dello Shinkansen di Isaka Kōtarō

NP di Yoshimoto Banana

Il Detective Kindaichi di Yokomizo Seishi

Le quattro casalinghe di Tōkyō di  Kirino Natsuo

Piercing di Murakami Ryū

La lucertola nera di Edogawa Ranpo

Appartamento 401 di Yoshida Shūichi

Nero su bianco di Tanizaki Jun’ichirō

Il mistero della donna tatuata di Takagi Akimitsu


Per acquistare i volumi singolarmente o in blocco vi invitiamo a cliccare qui o a visitare lo store web de Il Corriere della Sera.

Nashiki Kaho – Le bugie del mare || Recensione

Autore: Nashiki Kaho
Titolo originale: 海うそ
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Traduzione: Gianluca Coci
Edizione: 2021
Pagine: 224

L’AUTRICE

Nashiki Kaho, nata nel 1959 nella prefettura di Kagoshima, è autrice di molti romanzi, libri illustrati e saggi per adulti e bambini. Nel 1994 vince i premi JAWC New Talent Award, Nankichi Niimi e Shōgakukan grazie al suo romanzo Un’estate con la Strega dell’Ovest. Da allora non ha mai smesso di scrivere, spesso ispirata dal personale interesse per la mitologia nazionale, la natura e i viaggi. Oggi vive a Ōtsu, nel Giappone centrale.

IL ROMANZO

Sono gli anni trenta. Akino è un giovane studioso di geografia antropica che per motivi di studio si reca nella piccola isola di Osojima. Il viaggio di studi si rivela ben presto un vero e proprio pellegrinaggio spirituale e a posteriori di una serie di gravi perdite (fidanzata, genitori e mentore) Akino attua una profonda riflessione esistenziale, circondato dalla natura florida dell’isola, la sua storia locale e i suoi emblematici abitanti.

Il giovane infatti sbarca sull’isola da solo, in questa rinasce e grazie alle amicizie che stringe cresce. Cinquant’anni dopo ha ottant’anni, è sposato e con figli. Torna a Osojima in un Giappone postbellico solo per trovarvi un’isola cui sacralità è stata distrutta, fagocitata dalla frenesia del moderno, l’aggressiva urbanizzazione e il turismo di massa. Akino conclude così il suo percorso esistenziale, traendo da Osojima il significato agrodolce della vita.

Le bugie del mare è un’opera decisamente rinfrescante, una perla del panorama letterario nipponico odierno. Intenso e complesso, il racconto è ricco di storia e mitologia locale, temi che divengono espedienti tramite i quali domandarsi sul senso della vita e dei suoi valori fondamentali.

Il titolo di ogni capitolo è composto dal nome di un luogo fittizio a cui viene associato un elemento della flora e fauna locale e la leggenda annessa. Formulata in prima persona, è una lettura suggestiva che sa come avvolgere il proprio lettore e lasciare impresse le immagini di un luogo sapientemente costruito, frutto della fusione tra le tradizioni del Giappone antico e quelle immaginate dall’autrice. Le bugie del mare è una bellissima scoperta. Da leggere.

—Recensione di Claudia Ciccacci

Arcipelago Giappone: la narrativa giapponese contemporanea di Luni Editrice

Hokusai Katsushika, I cento racconti di fantasmi. Il fantasma di Oiwa, 1830 ca.

Gli appassionati di narrativa giapponese conoscono bene il nome della casa editrice Luni, publisher milanese che vanta all’interno del proprio catalogo una nutrita schiera di volumi legati alla narrativa e alla saggistica del paese del Sol Levante: da alcuni dei più grandi classici della mitologia e della tradizione nipponica ad approfondimenti su temi più o meno conosciuti della storia, della società, della cultura di uno stato che ha sempre avuto un grande magnetismo sul lettore occidentale. Se poi teniamo in considerazione la qualità dei contenuti delle opere edite, capiamo come Luni sia diventato effettivamente un punto di riferimento all’interno del mercato italiano.

Con la nuova collana, Arcipelago Giappone, la casa editrice vuole dare spazio anche alla letteratura contemporanea attraverso storie adulte e mature che permettono di immergersi all’interno della cultura millenaria dell’isola di Yamato evidenziandone la storia, la mitologia e il folclore, tutti con la loro articolata evoluzione durata secoli. Un progetto complesso e strutturato che inizia con titoli firmati da Izumi Kyoka, Tanaka Kotaro e Orikuchi Shinobu, autori che hanno pubblicato nel corso del novecento.

Labirinto d’erba, firmato da Izumi Kyoka, si incentra sulle vicende del giovane Hagoshi Akira, costretto a dover affrontare misteriosi e crudeli eventi legati a una fatiscente casa all’interno di una storia onirica dove l’elemento soprannaturale diventa tangibile. Un volume che si impreziosisce delle illustrazioni firmate da Yamamoto Takako che diventano un pregiato ornamento capace di donare un maggior spessore a un’opera già di suo più che convincente.

La maledizione di Oiwa e altri racconti è invece l’opera realizzata da Tanaka Kotaro e incentrata su Tamiya Iemon, un ronin ricco di difetti che per ottenere un tornaconto personale decide di uccidere la moglie Oiwa, il cui spirito vendicativo porterà morte e dolore. Si tratta di un personaggio che è parte integrante della cultura e della mitologia dell’isola dell’estremo oriente. All’interno del volume sono poi presenti altri tre racconti che danno spazio alla narrazione dei vizi della società nipponica dell’epoca.

Il libro dei morti di Orikuchi Shinobu affronta invece la storia di un uomo morto che si ridesta dal proprio sogno eterno nel suo tumulo senza rammentare nulla di sé e del proprio passato a eccezione del ricordo di una donna, unico legame ancora esistente. La vita, la morte e l’amore diventano così i temi portanti del romanzo, ricalcando quegli stessi aspetti nevralgici della vita di ogni uomo.

Le tre opere sono connesse tra loro da un filo conduttore che dà ampio spazio alla tensione emotiva, all’aspetto onirico e alla matrice culturale, raccontando di paure, di vizi ma anche di una fusione che unisce il mondo del misticismo e quello della mitologia alla realtà, divenendo di fatto tangibili, due mondi che si interfacciano e che interagiscono tra loro come se fossero le due facce di una stessa tessera che compone un articolato mosaico.

Grazie a questi grandi nomi, il lettore ha modo di catapultarsi all’interno della narrativa giapponese del novecento con storie che beneficiano di una traduzione direttamente dalla lingua madre, godendo così di una versione il più fedele possibile all’originale, senza passare attraverso testi già adattati in altre lingue.

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