Love at Least || Recensione

Regia: Sekine Kōsai
Durata: 109 min
Anno di uscita: 2018
Attori principali: Ishibashi Shizuka, Matsuhige Yutaka, Naka Riisa

La vita è difficile per Yasuko, soffre di depressione e ipersonnia e spende la maggior parte delle sue giornate sotto le coperte mentre la sorella maggiore la sprona a trovarsi un lavoro. Yasuko vive con il fidanzato, Tsunaki, che sembra riuscire sopportare la routine irregolare e ai cambiamenti di umore repentini della ragazza, ma che decide comunque di restare in una relazione con lei e supportarla economicamente. Lui è un impiegato per una rivista di gossip, non è felice durante le ore di lavoro e tornato a casa le sue cene consistono di tristi cibi preparati.

Nonostante il suo supporto, Yasuko ,frustrata dall’indifferenza del ragazzo e dalle costanti pressioni dalla sorella, incontra Ando, una ragazza che le procura un lavoro con l’obbiettivoperò di separare i due amanti per poter ritornare con Tsunaki. Yasuko viene assunta e questa esperienza la aiuterà a fare i passi giusti verso tempi migliori.

Love at least unisce elementi di dramma e romance, creando un’opera coinvolgente che mette davanti allo spettatore temi profondi: si potrebbe trovare la mancanza di motivazione e impegno da parte di Yasuko pesante ma vederla poi risbocciare dopo aver trovato un lavoro è rincuorante e porta lo spettatore a tifare per la ragazza.

I mucchi di vestiti e le sveglie che circondano il suo letto sembrano quasi proteggerla dalla realtà esterna, ed è proprio grazie a queste scelte cinematografiche che riusciamo a connettere con i personaggi. A questo concorrono anche le incredibili performance degli attori che riescono a portare in scena in maniera realistica ma rispettosa le emozioni dei personaggi.

La pellicola porta quindi non solo una rappresentazione di come la depressione può apparire in alcune persone, ma mostra anche l’influenza positiva che comprensione e supporto da persone esterne può avere sulle persone di cui ne hanno bisogno.

Recensione di Emma Dal Degan

Vaiwatt || il Punk Giapponese in Tour a Bologna

La più grande caratteristica di Vaiwatt è che fondono tutti i generi musicali del 20° secolo e li sublimano nella propria musica. Le canzoni di Vaiwatt sono di due tipi, una è una canzone pazza che ti taglia il cervello, un’altra è una bella canzone che stimola la tua profonda sensibilità. Doppia natura!

E’ così che si descrivono i Vaiwatt sul loro sito ufficiale, band che innova la scena musicale giapponese portando la loro musicalità caratterizzata da testi dissacranti e una melodia a tratti graffiante.

Si esibiranno il 13 Ottobre alle 21:30 al Tank – Serbatoio Culturale di Bologna:

Alcune norme di accesso allo spazio:
L’Ingresso è riservato ai soli SOCI in possesso di tessera AICS

Domanda di tesseramento online: https://tanksc.it/

La tessera sarà successivamente attivata e potrete ritirarla al botteghino del Tank – Serbatoio Culturale.
Saranno presenti diversi punti per la sanificazione delle mani da usare in accesso e in uscita da ogni area dello spazio;
Tutti coloro che parteciperanno sono invitati alla collaborazione per rispettare le norme di comportamento e le indicazioni che vi verranno fornite dallo staff.

Ad Alta Voce – Presentazione de “Il Libro dei Morti” di Orikuchi Shinobu

L’Associazione Takamori vi informa che Venerdì 28 Ottobre alle 18:30 verrà presentato “Il Libro dei Morti” di Orikuchi Shinobu, Luni Editrice, 2022.
Durante la presentazione Alessandro Passarella, traduttore del testo, e Francesco Vitucci, direttore della collana Arcipelago Giappone, ne presenteranno il contenuto.

La presentazione si terrà in sala seminariale al primo piano del Centro Candiani, organizzata da Mondadori Bookstore Mestre e dal Centro Culturale Candiani con la partecipazione di Voci di Carta.

Vi aspettiamo numerosi!

Anniversario della scomparsa di Saigō Takamori

Statua di Saigō Takamori, Parco di Ueno, Taito-ku, Tokyo

L’Associazione Takamori oggi, 24 settembre, ricorda l’anniversario della morte di Saigō Takamori, avvenuta nel 1877, del quale l’Associazione porta il nome.
Dapprima fervente sostenitore, poi grande critico della Restaurazione Meiji, ebbe un ruolo fondamentale nell’abolizione del sistema feudale giapponese e nella creazione di un esercito imperiale costituito da soldati di professione.
Grande sostenitore dell’ammodernamento dell’esercito, fu invece sempre contrario alla modernizzazione forzata del paese e all’apertura del commercio con l’Occidente. Proprio queste sue divergenze di vedute lo portarono a lasciare tutte le cariche governative e a fare ritorno nella prefettura natale di Kagoshima.
Lì, fondò un’accademia militare e influenzò talmente tanto la politica della provincia che il governo imperiale, temendo una rivolta, inviò un cospicuo contingente per sequestrare le armi della città.

Saigō Takamori (seduto, in uniforme francese), circondato dai suoi ufficiali, in abbigliamento tradizionale.
Articolo su Le Monde Illustré, 1877.


Questo episodio segnò l’inizio della ribellione di Satsuma, al capo della quale si pose Takamori in persona. Egli morì durante la battaglia di Shiroyama, combattuta tra 30,000 soldati imperiali e circa 500 samurai. Dopo una strenua resistenza, quando ormai rimanevano circa 40 samurai a lui fedeli, decise di commettere seppuku per salvaguardare la propria integrità e il proprio onore. A lui sono stati ispirati molti film e sceneggiati, come “L’ultimo Samurai” e “Saigodōn”.

Giappone Misterioso || Castroreale Mystery Festival

L’associazione Takamori è lieta di invitarvi al Castroreale Mistery Festival, terza edizione del festival del giallo e del noir che si terrà in P.zza Pertini – Castroreale (ME) nei giorni 21/22/23 Luglio 2022.

In particolare, il 22 Luglio alle ore 20:00, per l’evento Giappone Misterioso, verranno presentati i gialli La locanda del gatto nero e Fragranze di morte di Yokomizo Seishi, tradotti dal professor Francesco Vitucci per Sellerio Editore.

A seguire potrete visionare gli ulteriori eventi, le date e gli orari nelle locandine qui sotto.

Vi aspettiamo in numerosi!

Yukio Mishima – Neve di primavera

Autore: Yukio Mishima

Titolo originale: 春の雪, Haru no Yuki (neve di primavera)

Editore: Feltrinelli

Collana: Universale economica Feltrinelli

Traduzione: Andrea Maurizi

Edizione: 2015

Pagine: 336

Primo romanzo della “quadrilogia della fertilità”, Neve di primavera rappresenta ad oggi uno dei lavori più maturi dello scrittore Yukio Mishima.

LA TRAMA

La storia è ambientata nel Giappone dei primi novecento e il protagonista è Kiyoaki Matsugae, un giovane dai tratti delicati e gusti raffinati, che trascorre l’adolescenza a casa dei conti Ayakura.

Carattere malinconico e sensibile, quanto capriccioso e instabile, Kiyoaki rimane troppo a lungo ignaro del proprio affetto nei confronti di Satoko, figlia dei conti Ayakura che, ora ventenne, deve decidere ad accettare un pretendente. Vittime e carnefici del crudele mondo che li circonda, i sentimenti di entrambi giocano in circostanze a loro sfavorevoli.

Trascinati in una passione senza vie d’uscita, Honda Shigekuni, unico confidente di Kiyoaki, assiste inerme ai tormenti dell’anima e ai giudizi lapidari dell’alta società, che tanto si aggrappa al passato quanto osserva precariamente al futuro.

LO STILE

“Neve di primavera” mescola alla straziante storia d’amore un’analisi introspettiva dell’animo umano che, grazie allo stile raffinato di Mishima, scava nell’animo profondo dei personaggi. Una cura estetica alla parola, quasi ritualistica, che invita a leggere oltre e che permette ai personaggi di permeare con le loro emozioni il lettore. Ogni evento dell’opera altro non è che lo specchio percettivo dei personaggi che, così come la loro anima, sono travagliati, complessi, instabili, in continuo bilico tra l’identificazione e la rinnegazione della realtà circostante, ora decadente.

Kiyoaki più d’ogni altro, si lascia trascinare tra inerzia e turbolenza dalla sua stessa storia.

Uno squisito connubio tra storia e introspezione psicologica, storica e culturale che fanno di “Neve di primavera” non solo un’opera estremamente complessa, ma un autenticocapolavoro della letteratura giapponese firmato Yukio Mishima.

— recensione di Claudia Ciccacci