Autrice: Onda Riku
Traduzione: Bruno Forzan
Editore: Mondadori
Edizione: 2022
Cosa succede quando la verità si nasconde nelle pieghe della memoria, tra ciò che vediamo e ciò che scegliamo di ignorare?
Con “Il mistero della stanza blu”, Onda Riku va oltre il classico romanzo giallo, offrendo un’opera che indaga sulla natura della verità e la fragilità della memoria, mettendo in luce le complessità della mente umana.
La vicenda prende avvio con una tragedia sconvolgente: durante una festa nella residenza della facoltosa famiglia Aosawa, diciassette persone muoiono a causa di un avvelenamento. L’unica sopravvissuta è la giovane Hisako Aosawa, la quale potrebbe essere la chiave per giungere a far luce sui terribili eventi verificatosi in casa sua. Il caso tuttavia è destinato a restare irrisolto: Hisako è cieca, non può identificare il
colpevole. Da subito, la sua figura silenziosa diventa un enigma per chi cerca di capire cosa sia successo: è una vittima innocente oppure si cela qualcosa di più oscuro dietro il suo comportamento?
La narrazione è costruita come un puzzle. L’autrice utilizza una struttura frammentaria, raccontando gli eventi attraverso le testimonianze di numerosi personaggi: vicini di casa, investigatori, conoscenti e una scrittrice che, anni dopo la tragedia, tenta di ricostruire i fatti. Ogni voce aggiunge un pezzo alla storia, ma il quadro resta incompleto. Più che rivelare una verità, ogni punto di vista mette in discussione quello precedente, spingendo il lettore a interrogarsi sulla possibilità di conoscere davvero ciò che è accaduto, facendolo navigare in
un mare di incertezze.
Questa tecnica narrativa riflette il tema centrale del romanzo: la verità è sempre soggettiva e sfuggente. La memoria, qui, è un terreno fragile e mutevole, in cui è impossibile separare ciò che è reale da ciò che è pura percezione, al fine di avere una visione univoca degli eventi, complici anche i pregiudizi di ciascun testimone e lo scorrere del tempo.
L’atmosfera del romanzo è densa e inquietante. Dalla casa degli Aosawa, con il suo silenzio assordante, alle strade della cittadina apparentemente tranquilla, tutto sembra avvolto in una nebbia opprimente. Il ritmo lento della narrazione amplifica il senso di inquietudine: ogni dettaglio potrebbe essere cruciale, ogni parola potrebbe contenere un significato nascosto. Il lettore si sente intrappolato in una spirale ipnotica di ambiguità e sospetto, dove la tensione cresce gradualmente, alimentata da piccoli accenni, silenzi e contraddizioni.
In questo romanzo noir, Onda Riku sovverte le aspettative non offrendo una soluzione tradizionale: non c’è una risoluzione chiara, nessun colpevole dichiarato o spiegazione definitiva. Il romanzo si rifiuta di fornire risposte semplici, spingendo il lettore a interrogarsi su ciò che significa davvero scoprire la verità, in un contesto in cui il confine tra vittima e colpevole, tra innocenza e colpa, si dissolve lasciando spazio solo a domande.
“Il mistero della stanza blu” non è solo un giallo psicologico, bensì una riflessione sull’ambiguità della verità e sulle ombre che abitano l’animo umano. È un’esperienza letteraria ipnotica, che sfida il lettore a confrontarsi con l’incertezza e a perdersi nel dedalo della mente umana.
Recensione di Giulia Erriquez
Commenti recenti