Autore: Unno Jūza

Traduttore: Alberto Zanonato

Editore: Marsilio

Edizione: 2025

Serializzato sulla rivista Shinseinen dal febbraio al giugno del 1936, Il sindaco della notte (titolo originale 深夜の市長, Shin’ya no Shichō) è il primo romanzo lungo di genere mystery di Unno Jūza (1897-1949). Ancora poco conosciuto in Italia, Unno Jūza, pseudonimo di Sano Shōichi, è considerato il padre del romanzo fantascientifico giapponese.

In una prima parte della sua carriera si è concentrato sulla categoria del cosiddetto “giallo eterodosso” (honkaku tantei shōsetsu), che, piuttosto di basarsi su un metodo razionale di risoluzione di un enigma, più tipicamente occidentale, fa leva sugli elementi emotivi e irrazionali e sullo scioglimento del rompicapo dato dal caso. Il romanzo si colloca infatti in un periodo di sperimentazioni che esplorano il bizzarro, la stranezza e, di particolare interesse per l’autore, la fantascienza.

Il protagonista del romanzo, Asama Shinjūrō, è un apprendista ufficiale giudiziario, ma di notte diventa un autore di romanzi gialli sotto lo pseudonimo di Kigaya Aoni. Egli ama fare passeggiate notturne nella città di T. e, per questo motivo, ha anche elaborato una strategia per parcellizzare il suo sonno. È proprio durante una di queste passeggiate notturne che Asama, dopo aver sentito urlare, scopre un omicidio: due uomini stanno trasportando un cadavere che presenta un pugnale conficcato nella schiena. Il protagonista tenta di fermarli, ma i due riescono a fuggire e, al sopraggiungere della polizia, Asama rischia di essere scambiato per il colpevole e viene salvato da una figura misteriosa dalla folta barba, nota come il “sindaco” della notte, che domina la città dopo il calare del sole.

Dalla sera del delitto si susseguono una serie di avventure nella metropoli notturna che coinvolgeranno i due per svelare il mistero che si cela dietro l’omicidio. Allo stesso tempo, le attività notturne porteranno alla luce uno scandalo politico che coinvolge l’amministrazione cittadina. Il tutto è narrato a ritroso attraverso la voce di Asama, permettendo al lettore di comprendere le sue sensazioni, la sua curiosità (e allo stesso tempo perplessità) verso la figura del “sindaco” e il suo dilemma. Asama si ritroverà infatti ad un certo punto a metà tra il mondo diurno e quello notturno: dovrà decidere se portare avanti la sua carriera e raggiungere una posizione di spicco o abbandonare il suo lavoro a seguito di tutte le vicende che hanno avuto luogo alla luce della luna.

Una caratteristica che pervade l’intero romanzo è infatti la dualità: il contrasto tra l’apparente ordine della città e il caos che si cela nei vicoli bui, la figura del sindaco della città e il “sindaco” della notte, e la doppia identità di Asama. La narrazione mescola un linguaggio diretto ed evocativo al fine di evidenziare tale dualismo e, con questo sistema, il romanzo suggerisce che ci sia un mondo parallelo a quello diurno, con verità nascoste e scandali cittadini che solo chi vive nelle tenebre può conoscere, permettendo di porre una riflessione sull’idea di progresso e di corruzione.

Recensione di Valeria Varrenti