Benritrovati! Questa è Meijin Film Directors, la rubrica Takamori sui registi giapponesi, e oggi continuiamo a parlarvi di Ogigami Naoko.
“Yoshino’s Barber Shop” del 2004 sancisce l’esordio di Ogigami. La pellicola mostra già una certa maturità artistica, in particolare nel trattare temi caldi del macrocosmo giapponese. La storia ruota attorno ad un gruppo di bambini, abitanti di un piccolo paesino, e al nuovo arrivato Yasuke, che turberà la monotonia della comunità. La regista si confronta con la tradizione e la sua supposta autorevolezza che, in mancanza di un pensiero critico, si trasforma in omologazione.
Tre anni dopo la cineasta dirige “Megane”, un ritratto di vite immerse nella candida bellezza di un’isola del Sol Levante, fuori dal tempo e dallo spazio. Trascendendo l’approfondimento dei personaggi e una vera e propria linea narrativa, gli spettatori vengono invitati a prendere tempo per se stessi, tornando a respirare e riflettere, cercando di alleviare l’angoscia che permea la frenetica vita d’oggi.
L’ultimo film è “Close-Knit” del 2017, in cui la regista pone al centro la discriminazione di genere vista sia dagli occhi di una donna transessuale che di una bambina. Uno dei primi film a trattare la transessualità in Giappone che, alternando scene comiche a momenti più crudi, mostra una società spietata intenta a colpire silenziosamente la diversità.
Se volete scoprire le vite e le opere di altri registi giapponesi, continuate a seguirci! A presto!
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