It’s a Summer Film! || Recensione

Regia: Matsumoto Sōshi
Durata: 97 minuti
Attori principali: Itō Marika, Kawai Yūmi, Inori Kirara, Kaneko Daichi
Anno: 2020

Film di debutto del giovane regista Matsumoto Sōshi, It’s a Summer film! È una palese dichiarazione d’amore versotutto il mondo cinematografico, e rappresenta al contempo un film di formazione e di crescita emotiva, che spiccagrazie al suo stile incredibilmente dolce e innocente. 

Nella pellicola, seguiamo le vicende di Hadashi (lett. “Piedi scalzi”), una liceale membro del club di cinema, che dopo aver visto rifiutato il finanziamento per l’avvio del suo film samuraico in favore della rom-com di un’altra collega, decide comunque di provare a portare avanti il suo progetto nel tempo libero.

Radunerà un gruppo di altre sette persone tra cui le sue compagne “Tavoletta” e “Blue Hawaii”. Ognuno di questi personaggi è a suo modo stereotipato ed esagerato, come si può evincere dai nomi, quasi a far sembrare il film come uscito da un manga, eppure nonostantel’eccentricità dei personaggi il film non snatura, ma anzi, ne viene ancora più arricchito grazie al mood scanzonato e quasi comico che si viene a creare: Blue Hawaii è la campionessa di kendō della scuola, eppure nonostante la severa arte marziale possa far sembrare il contrario, è in realtà una dolce e innocente ragazza la cui passione principale sono ironicamente le rom-com. “Daddy Boy”, il co-protagonista nel film di samurai, è un liceale che sembra tutto tranne che un liceale: ha un volto adulto e rude, perfetto per un film samuraico. Abbiamo poi Oguri, ragazzo sfrontato e sfacciato, caratterizzato da una folta chioma bionda e dalla sua fidata bicicletta con infissi su tutta la parte anteriore una eccessiva squadra di lampadine e luci, con le quali aiuterà alla creazione del film propriocome addetto alle luci. 

Lo script del film era già pronto prima ancora di metterlo in scena, ma è durante le riprese che Hadashi matura la sua visione del fare cinema. La condivisione, lacollaborazione e la sintonia che si crea con i vari membri del casti infatti, mutano lo spirito creativo della protagonista, che si evolve in un processo congiunto conle emozioni e la propria maturità emotiva, conducendo inevitabilmente a un processo di formazione che solo il cinema sarebbe stato in grado di regalare. Fare e guardare cinema è un’opera di condivisione, di crescita e di maturazione, nonché un grande atto d’amore, capace inoltre di unire presente, passato e futuro.

It’s a Summer Film! è un omaggio incredibilmente aperto e dolce nei confronti di tutto il mondo cinema e di ciò che lo circonda, non mancando certo di citazioni e riferimenti ai grandi classici, in particolare al cinema samuraico. 

Certamente è un primo debutto che colpisce, da cui trasuda l’amore che il regista Matsumoto Sōshi nutre nei confronti del suo lavoro, ed è per questo che non vediamo l’ora di vedere come il regista stesso maturerà, propriocome fatto dai protagonisti di questo suo primo film.

Recensione di Giuliano Defronzo

Imamura Shōhei Parte 2 || Akushon! – I Registi di JFS

Siamo di nuovo con voi alla puntata di Akushon!, la rubrica di associazione Takamori che vi racconta in pochi minuti i lavori dei cineasti giapponesi, questa volta con la seconda parte di Imamura Shōhei.

Vi invitiamo a continuare a seguirci sul sito web e sui social per rimanere aggiornati sulle prossime pubblicazioni!

A Girl Missing || AFS Spring 2023

L’Associazione Takamori è lieta di presentare la prossima pellicola in proiezione per Martedì 21 Marzo al cinema Rialto di Bologna!

A Girl Missing, é un film drammatico del 2019 diretto da Fukada Kōji. Ichiko lavora come infermiera per la famiglia Oishi, ma un giorno una delle due giovani figlie della famiglia, Saki, scompare, e quando viene ritrovata si scopre che il rapitore è il nipote di Ichiko. Questo la porta sotto lo scrutinio della stampa, in particolare dopo che un suo segreto viene reso pubblico dall’altra figlia, Motoko. Sentendosi tradita, Ichiko decide di vendicarsi.

Per acquistare i biglietti cliccate qui o visitate il sito web di circuitocinemabologna.it

Vi aspettiamo!

Un’icona della cultura popolare nipponica

Titolo: Fragranze di Morte
Autore: Yokomizo Seishi
Traduttore: Francesco Vitucci
Editore: Sellerio
Pagine: 192
Genere: Giallo
Prezzo: 14€

Quarto libro di Seishi Yokomizo pubblicato in italiano, il terzo da parte di Sellerio. Il titolo del volume corrisponde a quello del secondo racconto, più complesso e misterioso. Il primo invece e intitolato”Orchidea nera”. Yokomizo è uno dei grandi nomi del giallo giapponese e la casa editrice Sellerio sta continuando una meritoria azione di riscoperta di questo scrittore che fu chiamato il “John Dickinson Carr giapponese” per l’ingegnosità delle trame e la continua ricerca del delitto impossibile anche se idue casi risolti in questo volume assomigliano più ai plot congegnati da Ellery Queen.
“Fragranze di morte” è una raccolta di due racconti che vedono protagonista sempre Kasuke Kindaichi, investiga- tore privato molto particolare. Il primo, “L’orchidea nera”, è ambientato nei grandi magazzini dove un responsabile del reparto gioielleria viene pugnalato a morte da una taccheggiatrice, che scoperta durante un tentativo di furto, accoltella il funzionario che cerca di bloccarla.
Qualche minuto dopo, in un altro primo piano dell’edificio, viene avvelenato un ex funzionario del settore gioielleria ed è facile mettere in rapporto i due omicidi ma ci vorrà la capacità deduttiva e la mente lucida di Kindaichi per esporre in breve tempo una chiara teoria investigativa che lo porterà a risolvere il mistero.
Nel secondo racconto che si intitola come la raccolta “Fragranze di morte” l’investigatore viene convocato in un posto di villeggiatura ma poi inspiegabilmente l’invito è annullato.
Nel ritorno a Tokyo, poiché vengono scoperti due cadaveri, l’indagine del nostro piccolo investigatore parte. Kindaichi col suo intuito giungerà presto a capire cosa è successo.
L’autore diversamente da altri suoi connazionali predilige una struttura del giallo molto vicina ai classici di genere.


Recensione a cura di Maria Laura Labriola, sulla rubrica “Letti per voi” per Cronache di Napoli.

Imamura Shōei Parte 1 || Akushon ! – I Registi di JFS

Bentrovati! Questa è Akushon, la rubrica Takamori sui registi giapponesi, e oggi vi parleremo di Imamura Shōhei.

Imamura Shōhei nasce a Tokyo nel 1926 da una famiglia benestante, tuttavia finisce nel mondo del mercato nero per colpa dell’instabilità giapponese durante l’immediato dopoguerra. Si appassiona al cinema grazie all’adattamento cinematografico di Rashōmon di Kurosawa Akira, il che lo porta a partecipare al teatro universitario. Da qui comincerà a partecipare a vari progetti cinematografici assistendo il regista Ozo Yasujirō, arrivando a dirigere dei film interamente suoi.

Imamura fu riconosciuto e apprezzato anche internazionalmente, e vinse due palme d’oro al festival di Cannes: la prima nel 1983 per il film La Ballata di Nakayama, e il secondo nel 1997 grazie alla pellicola L’Anguilla.


Se volete saperne di più su Imamura Shōhei e la sua filmografia, continuate a seguirci! A presto!