L’associazione Takamori vi invita il 29 novembre alle ore 18 presso la biblioteca Salaborsa per il primo incontro della rassegna “Arcipelago Giappone“, collana di Luni editrice che l’associazione sostiene e con cui collaboriamo dalla sua nascita.
La rassegna ha come scopo la messa a fuoco della letteratura giapponese moderna, sperando di ispirare molti appassionati della lettura e non e di avvicinarsi ad un pubblico poco abituato alla sua esposizione.
Nel primo incontro parleremo nello specifico di “Favole del Giappone” di Niimi Nankichi, acquistabile sul sito di Luni editrice e di cui potete anche trovare una nostra personale recensione.
“Diventare Ninagawa Mika”, autobiografia della celebre fotografa, è arrivato in Italia il 3 novembre 2023 edito da Cuepress, tradotto da Corrado Cucchi e curato da Roberta Novielli e Francesco Vitucci.
In questo volume, Ninagawa Mika ripercorre le tappe più significative della sua carriera da fotografa e in seguito da regista, arricchendole di aneddoti, riflessioni a posteriori, ed episodi apparentemente triviali ma che sommati l’uno all’altro tratteggiano i contorni di una personalità così colorata e luminosa quando immortalata in una fotografia, ma che affonda le sue radici anche in ispirazioni e influssi di tutt’altro genere. Ninagawa Mika esplora e ci racconta il suo passato a partire dall’infanzia, dalle prime immagini che hanno colpito la sua fantasia, i primi approcci alla creazione artistica e gli input che in maniera conscia o inconscia hanno plasmato la sua persona nel corso degli anni e le hanno permesso di “diventare Ninagawa Mika”.
“Altri fotografi avranno avuto carriere simili alla mia, ma penso che il fattore fondamentale sia sempre il grado di riconoscibilità. Qualsiasi sia il set fotografico, e chiunque sia il fotografo, la differenza sta interamente in questo aspetto.”
L’autobiografia non si dilunga in spiegazioni tecniche di ambito fotografico o registico, né si addentra in approfondimenti della vita privata dell’autrice: le due sfere si combinano e si bilanciano l’un l’altra in un equilibrio che Ninagawa stessa afferma essere il suo obiettivo nel lavoro e nelle relazioni interpersonali. Di conseguenza, gli aneddoti e le esperienze che l’autrice riporta fluiscono con naturalezza, quasi seguissero il ritmo spontaneo di una conversazione. È così che ci confida le sue insicurezze, ciò che reputa importante sul set e nella vita, e ci racconta le sfide più impegnative, senza mai perdere l’amore per la fotografia, l’arte tramite cui ha trovato se stessa.
“Nessuno poteva dirmi cosa fosse o cosa non fosse la fotografia, perché essa costituiva un mio privato santuario. E quel santuario rispondeva soltanto a ciò che sentivo io. Per questo, ero decisa a non ricevere insegnamenti e a non imparare da nessuno. La mia scelta non fu dettata unicamente dal mio desiderio di libertà, ma penso abbia avuto a che fare con la volontà di preservare la miaoriginalità.”
Ricordiamo che l’opera verrà presentata giovedì 23 novembre presso l’Odeon Gallery di Bologna (Via Mascarella 3)
Come reagiamo alla violenza? In che modo essa plasma e distorce la percezione che abbiamo del mondo? Che valore diamo al nostro dolore?
In “Heaven” (ヘヴン) Kawakami Mieko indaga queste tematiche raccontandoci la storia di due giovani vittime di bullismo scolastico, fenomeno assai frequente nel Giappone di oggi.
La vita del protagonista scorre ordinaria, costellata da quotidiane torture e angherie subite dai suoi bulli nella totale indifferenza e finta ignoranza di compagni di classe e professori. In questo buio senza apparente via di fuga, un bigliettino anonimo con su scritto “Noi due siamo simili” è forse il primo spiraglio di luce che riesce a intravedere. Si tratta di un messaggio lasciatogli da Kojima, una compagna di classe ugualmente vessata dai bulli della scuola. Presto i due stringono un legame di amicizia fondato sulla comune esperienza di dolore, seppure non parlino mai, per tacito accordo, delle violenze che subiscono.
È attraverso gli occhi strabici del protagonista che seguiamo gli eventi del romanzo, ed è tramite lo stile limpido ed evocativo di Kawakami Mieko che non ci vengono risparmiate descrizioni crude e precise delle sofferenze dei due ragazzi.
“Heaven” racconta in maniera atipica l’esperienza del bullismo scolastico. Non si limita a riportare la testimonianza della vittima, ma ha il coraggio di lasciar parlare il carnefice. Questo non tanto per suscitare l’empatia del lettore, quanto per offrire un punto di vista diametralmente opposto a quello della coprotagonista Kojima e così approfondire la tematica del dolore e il valore che ad esso attribuiamo.
La visione del mondo di Momose, uno dei bulli, è iniettata di nichilismo, individualismo, e la ferma convinzione che l’unica cosa a governare questo mondo sia la casualità. Afferma infatti:
“Non si fa qualcosa perché se ne ha il diritto, ma perché si ha voglia di farlo.”
Dall’altro lato troviamo invece Kojima che, con uno spirito quasi da martire, accetta il dolore che le viene inflitto e lo interpreta come un passaggio obbligato per arrivare a una vita serena, il suo “heaven”:
“Un giorno quelle ragazze sì ravvederanno e capiranno quello che mi hanno fatto, si pentiranno dei loro errori e forse diventeranno persone migliori. E anche questo servirà a dare un senso alla mia sofferenza quotidiana.”
Lo scontro tra i due estremi di pensiero scuote il lettore e lo chiama a una partecipazione attiva nel turbamento che vive il protagonista. Come lui, anche chi legge deve sforzarsi per poter mettere a fuoco la situazione, decidere se e in che modo affrontare il proprio dolore, prendere una posizione tra il nichilismo e il completo sacrificio di sé.
Dopo l’appuntamento di ottobre per la presentazione de “Il teatro fantasma”, l’associazione è lieta di annunciarvi un altro incontro per la rubrica “Ad alta voce” al Mondadori Bookstore di Mestre, questa volta per “Favole dal Giappone” di Niimi Nankichi, il 10 novembre 2023 alle ore 18.30.
Di seguito vi rimandiamo alla recensione del libro edito da Luni Editrice. A presto!
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