Amazarashi – Un tuffo nel J-alt rock, tra anime e pandemia

Amazarashi – Un tuffo nel J-alt rock, tra anime e pandemia

Storia della band:
Nati nel 2007 nella provincia di Aomori, estremo nord dell’isola principale dell’arcipelago, la band si forma col primo nome di STAR ISSUE, con il quale partecipa ad alcuni festival locali per gruppi emergenti. Poco dopo la loro nascita, STAR ISSUE ottiene il primo premio di una di queste rassegne musicali tenutasi lo stesso anno, il Glucon Vol. 17: Aomori ~JOKER STYLE SUMMIT~. Questo momento è decisivo per la band, che d’ora in poi verrà ribattezzata Amazarashi (あまざらし) e comincerà a lavorare con l’etichetta discografica Rainbow Entertainment. Con questa verrà infatti pubblicato il primo lavoro in studio, Hikari, Saikō (光、再考 – Light, Reconsidered) nel 2009. Questa opera appartiene al concept dei mini-album implementato dal duo nel corso della loro quindicennale carriera, difatti, altre pubblicazioni del medesimo formato appariranno anche negli anni successivi a cadenza regolare: 0. (2009), 0.6 (2010), Wan Rūmu Jojishi (ワンルーム叙事詩, Oner Room Epic del 2010), Anomī (アノミー, Anomie del 2011), Anta e (あんたへ, For You del 2013), Kyomubyō (虚無病, Nihility Disease del 2016) e Reiwa Ninen, Uten Kekkō (令和二年、雨天決行、Reiwa Year Two, Rain or Shine del 2020) solo per citarne alcuni.

Per quanto riguarda gli album classici, invece, la discografia del gruppo annovera cinque raccolte:

  • Sennen Kōfukuron (千年幸福論, A Millenarian Happiness Theorem del 2011)
  • Yūhi Shinkō Higashizumu (夕日信仰ヒガシズム, Sunset Faith: The Sun Goes Down del 2014
  • Sekai Shūsoku Ni Ichi Ichi Roku (世界収束二一一六, World Convergence 2116 del 2016)
  • Chihō Toshi no Memento Mori (地方都市のメメント・モリ, The Local City’s Memento Mori del 2017)
  • Boikotto (ボイコット, Boycott del 2020)

Il 13 aprile 2022 è prevista l’uscita del nuovo album dopo due anni senza pubblicazioni. Il titolo è Nana Gosen Lost Boys (七号線ロストボーイズ)e include 11 tracce, tutte nuove di zecca a parte la canzone Borderline, nota per far parte della colonna sonora dell’anime 86. Il cantante e frontman Akita ha rilasciato una breve dichiarazione all’annuncio del nuovo album, indicativa delle tematiche che animano la sua musica recente:
“Per potermi buttare in un futuro ignoto di cui non conosciamo nemmeno la direzione, avevo prima di tutto bisogno di sapere chi ero.
Perché è cominciato e perché stiamo vivendo qui, ora? Cosa ci ha condotti nel luogo in cui ci troviamo?
Per i bambini che si perdono nella loro quotidianità e per coloro che una volta erano dei bambini.”

Musicisti – il duo:
Gli elementi fissi del gruppo sono due, Akita Hiromu (秋田ひろむ) e Toyokawa Manami (豊川真奈美). Akita è il cantante, chitarrista e paroliere, originario di Yokohama e volto della band. Interessatosi durante l’infanzia alla musica grazie ai programmi TV e alla passione della sorella maggiore, dopo l’acquisto di una tastiera si unisce a una cover band. Toyokawa, invece, si occupa della tastiera e dei cori delle loro canzoni. Sono accompagnati da altri musicisti (basso, percussioni, chitarra) per il supporto nei tour.

Un rock sui generis:
Come affermato da Karen Gwee su 10YearsofBandwagon, il duo è molto seguito in terra natia e all’estero per il rock enigmatico ed esistenzialista, che irradia messaggi realistici e spesso positivi. La coppia di artisti non si esime dal trattare temi più ostili e socialmente impegnati, dalla morte alla solitudine nel mondo iper-tecnologico attuale, ma sempre con un’attitudine anti-nichilista e pro-attiva, nel tentativo di fomentare la speranza e inviare un messaggio umano e ristoratore. Lo stesso frontman Akita afferma che la loro musica viene composta alla ricerca di una felicità che colmi i vuoti che percepiscono nella loro routine. Si sentono in un certo senso “esistenzialisti”, come sono stati spesso definiti dalla critica, tuttavia non nel senso accademico del termine, quanto invece, aggiunge Akita, “esistenzialisti nel senso che crediamo che, poiché esistiamo, abbiamo il dovere di scegliere chi siamo.”

Il cantante non nega inoltre la forte influenza che ha esercitato in lui la poesia tradizionale nipponica e la sua recitazione, denominata shigin (詩吟), praticata anche da altri gruppi della loro zona di provenienza, Aomori. “Ci piace come richiami direttamente i sentimenti di ciascuno, e la sua compatibilità con la musica rock” continua il leader del duo, rifacendosi anche a figure di spicco della musica folk del Sol Levante, come Terayama Shūji.

Tra le altre peculiarità del gruppo, vi sono la predilezione per la resa grafica e visuale dei concerti e delle clip musicali e un certo legame con il mondo degli anime e dei videogiochi, per cui hanno curato diversi pezzi (p.es. Tokyo Ghoul, My Hero Academia, Dororo ed altri). In particolare, di grande impatto per il tema trattato, il primo anno di pandemia, e la location scelta per la performance, il cimitero Makomanai Takino con il grande Buddha di pietra nelle vicinanze di Sapporo, è stata la performance che ha accompagnato l’uscita del singolo Reiwa Ninen, Uten Kekkō, che potete sentire qui: https://www.youtube.com/watch?v=JPHPA9IZMbM

Buon ascolto e al prossimo appuntamento con le recensioni di Takamori!
— Recensione di Antongiorgio Tognoli

Fonti:
https://www.bandwagon.asia/articles/amazarashi-hiromu-akita-interview
https://electricbloomwebzine.com/2022/03/amazarashi-unveils-release-date-for-their-first-album-in-over-2-years.html
https://livejapanmusic.com/en/amazarashi-boycott-interview/
https://www.popcultureonline.net/interview-with-amazarashi/
https://www.ongakutoyou.com/blog/tag/amazarashi
https://jrocknews.com/2020/12/report-amazarashi-livestream.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Amazarashi
https://www.amazarashi.com/

Maximum the Hormone

Maximum the Hormone è una band nu metal formatasi a Hachiōji nelle vicinanze di Tokyo nel 1998. Fino al 2001 il gruppo era composto da Tsuda Daisuke (voce), Kawakita Nao (batteria), Sugi (chitarra) e Key (basso). Le canzoni erano in inglese e anche il logo della band era scritto in caratteri latini. Nel 1999 Sugi e Key abbandonano il gruppo venendo rimpiazzati dal fratello di Kawakita Nao, Ryo (chitarra e seconda voce) e da Uehara Futoshi (basso).

Questo stravolgimento porta il gruppo a cambiare stile e il 2001 è l’anno del primo EP completamente in giapponese, Hō. L’anno successivo firmano per la Mimikajiru Records con cui pubblicano l’album Mimi Kajiru (2002) e successivamente Kusoban (2004) che li farà uscire dall’underground grazie a una commistione tra heavy metal ed elementi pop.
Dopo un successivo cambio di etichetta, il 2005 sarà segnato dai primi concerti e dalle prime partecipazioni a festival importanti ma sarà nel 2007 con l’album Bu-ikikaesu che la band scalerà la classifica Oricon ottenendo addirittura il disco d’oro in Giappone.

Gli anni successivi saranno importanti per la consacrazione internazionale dei Maximum the Hormone che collaboreranno con gruppi del calibro dei Bring Me The Horizon, Enter Shikari e persino i Megadeth. Saranno però anche anni intervallati da alcune pause a causa dei problemi alla gola di Tsuda e alla gravidanza di Kawakita.
Dopo sei anni di attesa, nel 2013 esce il quarto album “Yoshū Fukushū”. Sarà il loro primo album a raggiungere la vetta della classifica Oricon.
Nel 2015 esce Mimikajiru Shinuchi ovvero una riedizione dell’EP del 2002.

Ciò che contraddistingue i Maximum the Hormone sono le sonorità funk, hip-hop e ska inserite in un contesto principalmente alternative metal e i loro brani sono caratterizzati anche da repentini cambi di tempo.
Il mood delle loro canzoni passa dall’essere cupo e aggressivo a essere umoristico e demenziale denotando un grande eclettismo e voglia di sperimentare motivo per cui sono stati spesso paragonati ai System of a Down.
La vocal line è principalmente affidata al dualismo Tsuda Daisuke-Kawakita Ryo in cui il primo si distingue per lo scream e il rap aggressivo mentre il secondo per la parte melodica in cui ogni tanto è assistito dalla sorella Nao.

—Recensione di Riccardo Avarello.

No buses

No Buses è una band che si è formata a Tokyo nel 2016. Iniziata per gioco da due amici e compagni d’università Kondo Taisei (voce e chitarra) e Goto Shinya (chitarra), la primissima formazione del gruppo era composta anche da Ota Kozo (basso) e Kawase (batteria) che però lasciano il gruppo a un anno di distanza, sostituiti rispettivamente da Ono Shio e il batterista di supporto Ichikawa Issei. Tuttavia, anche Ono lascia la band qualche mese più tardi.

Subentra al suo posto Sugiyama Saori (basso) accompagnata dall’entrata ufficiale del batterista nella band. I quattro, che tutt’ora compongono la formazione attuale, sono presto protagonisti di una crescente popolarità all’interno degli ambienti underground giapponesi dove spesso si
esibiscono e la loro prima demo, Boys Love Her, viene pubblicata su OTOTOY già nel 2017, a meno di un anno dalla formazione finale del gruppo.

Nel 2018, la band pubblica Tic, il singolo grazie al quale la band raggiungerà il pubblico internazionale online, garantendogli inoltre le partecipazioni sui piccoli palchi di importanti festival nazionali come il SUMMER SONIC e lo Tsukuba Rock Festival. A fine dello stesso anno i No Buses pubblicano il nuovo EP, Boring Thing EP.

A seguito di una serie di progetti con altri musicisti underground, la band decide di prendersi una pausa dalle pubblicazioni per concentrarsi sul primo album in studio. Nel 2020, escono i video musicali delle canzoni Imagine Siblings e Number Four or Five, due canzoni che verranno poi abbinate a Trying Trying, brano già pubblicato dalla band nel 2019, dando così forma al singolo intitolato Immaginate Siblings / Number Four or Five / Trying Trying.

Dai ritmi vertiginosi e il suono grintoso i No Buses toccano le corde giuste e reinventano la scena nazionale underground dalla quale sono emersi. Alternativi ed energici, il loro sound rievoca quello del British Rock classico. Ma i No Buses sono molto più di un’imitazione di un’era passata, sono
dei veri e propri viaggiatori del tempo, che balzano nel nostro decennio trasportandoci nella loro musica e nella loro estetica delicatamente psichedelica.

Terminiamo la recensione deliziandovi con il video musicale di Pretty Old Man (dall’album Boy Missed the Bus, 2019), che con i suoi 5 milioni di visualizzazioni, reputiamo essere il brano ideale per gettarsi in balia del vortice No Buses.
https://www.youtube.com/watch?v=xtn_SmyT87s

—Recensione di Claudia Ciccacci.

Silence iz Mine

I SiM (acronimo di Silence iz Mine) sono una band giapponese nata a Shonan, nella prefettura di Kanagawa nel 2004. Ad oggi il gruppo è composto da quattro membri: Manabu Taniguchi (voce), Shōhei Iida (chitarra e tastiera), Shin’ya Shinohara (basso), Yuya Taniguchi (batteria).
Il loro stile musicale è molto variegato e, partendo da una base heavy metal, hanno sperimentato molti altri generi come l’hip-hop, lo ska e il reggae.
Sono recentemente noti per il brano “The Rumbling” uscito a gennaio 2022 e che sta scalando le classifiche domestiche e raggiungendo anche quelle statunitensi.

Nonostante siano nati nel 2004 come band, il primo album esce solo 4 anni dopo intitolato “Silence iz Mine” e nello stesso hanno lo promossero tramite un concerto a Kyoto.
Nel 2010 il loro primo tour sponsorizzato dalla Tower Records viene interrotto a causa di un malore del chitarrista Iida: sarà sostituito per un breve periodo di tempo.
Dopo un mini-album del 2011 (LIVING IN PAIN), arriva la prima notorietà con il secondo album intero uscito l’anno dopo dal titolo “Seeds of Hope”. Il disco raggiungerà la 55esima posizione nella classifica Oricon e ci resterà per ben 18 settimane.
Il 2013 segna il cambio di etichetta della band che passerà alla ben nota Universal Music Japan. Il primo album con la nuova etichetta, “Pandora”, sarà un successo: raggiungeranno il quinto posto nella classifica Oricon. L’anno successivo segna la loro entrata nel mondo degli anime con il brano “Existence” quale opening di Shingeki no Bahamut: Genesis. Il 4 novembre 2015 i SiM registreranno sold-out alla loro prima performance al Nippon Budokan.
Il 25 settembre 2017 saranno invitati al Knotfest in California sullo stesso palco in cui si esibiranno band iconiche dell’heavy metal quali i Disturbed, i Sabaton, gli Slipknot e, tra i connazionali, i Man with a Mission. Tra il 2017 e il 2018 lavoreranno a singoli che verranno utilizzati rispettivamente nei videogiochi Yakuza Kiwami 2 e Wrestle Kingdom 13.
Nel novembre 2020 esce il loro ultimo album “Thank God, There Are Hundreds of Ways to Kill Enemies”.
Il 10 gennaio 2022 viene scelto il loro singolo “The Rumbling” come opening dell’ultima stagione dell’anime Attack on Titan che porterà i SiM alla ribalta. Attualmente il video ufficiale della opening su Youtube conta 36 milioni di visualizzazioni più 30 milioni di stream su Spotify.

La quasi totalità della loro discografia è in lingua inglese. Esponenti dell’heavy metal e del metalcore non disdegnano influenze dalla musica elettronica e dallo ska.
La loro musica è caratterizzata da ritmi molto energici e ballabili, riff pungenti e parti vocali aggressive.

—Recensione di Riccardo Avarello.

Arashi

Gli Arashi (嵐) il cui nome significa letteralmente tempesta, sono una boy band giapponese composta da cinque membri: Satoshi Ohno, Shō Sakurai, Masaki Aiba, Jun Matsumoto e Kazunari Ninomiya. Il gruppo si è ufficialmente formato il 15 settembre 1999 ad Honolulu, nelle Hawaii. Sono diventati uno dei gruppi idol più famosi e apprezzati in Giappone e non solo, nel 2015 con 30 milioni di copie di dischi venduti, sono diventati la seconda boy band di maggior successo commerciale in Asia.

Il loro singolo di debutto, l’omonimo “A-RA-SHI”, uscì il 3 novembre del 1999 e venne scelto come tema per l’ottava Coppa del Mondo di pallavolo, ottenendo così una grande esposizione internazionale grazie poi anche alla loro esibizione dal vivo durante la cerimonia d’apertura. Questo evento segna l’inizio del loro successo commerciale, nel 2001 s’imbarcano nel loro primo tour in Giappone. Dal 2006 i loro singoli e album vengono pubblicati al di fuori del Giappone, ricevendo un grande successo soprattutto in Corea del Sud, il loro concerto qui viene deciso infatti per opera di 1500 fans che si radunarono presso l’Aeroporto Internazionale di Incheon dove la band stava tenendo una conferenza stampa. Il 21 febbraio 2007, viene lanciato il nuovo singolo “Love so sweet”, che verrà poi utilizzato come sigla di apertura della serie televisiva Hana Yori Dango Returns, arrivando alla prima posizione della classifica Oricon dei singoli più venduti in Giappone. Anche il diciannovesimo singolo del gruppo “We can make it!”, pubblicato qualche mese dopo, debutta in classifica direttamente alla prima posizione. Un altro episodio estremamente positivo con il mondo cinematografico avviene con la serie televisiva Yamada Tarō monogatari, ispirato all’omonimo manga, lo stesso Kazunari Ninomiya sarà il protagonista insieme anche a Shō Sakurai. La sigla musicale del drama, “Happiness” cantata dalla band è l’ennesimo singolo a debuttare in prima posizione. Il loro successo è quindi ormai più che consolidato, portando la band, il 5 settembre 2008 ad esibirsi in quello che sarà il loro più grande concerto all’aperto, presso il National Stadium di Tokyo. Inoltre ancora una volta un loro singolo, precisamente il ventiduesimo “Truth/Kaze no Mukō e” ricopre la prima posizione nella classifica annuale Oricon, seguito dal singolo “One love”, questa è la prima volta dal 1989 che un gruppo piazza due singoli contemporaneamente nei primi due posti.

La carriera ventennale di questa band può essere sintetizzata nel numero complessivo di album, singoli e video venduti in Asia a settembre del 2019, ovvero 54 milioni. A giugno dello stesso anno infatti insieme all’annuncio di una pausa a partire dal 2021 la band ha pubblicato la compilation celebrativa “5×20 All the BEST!!1999-2019” che risulterà l’album più venduto del 2019 scalzando artisti del calibro di Taylor Swift. Debuttano al primo posto in Australia, Canada, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Un altro straordinario traguardo raggiunto prima di una pausa, voluta soprattutto dal leader Satoshi Ohno che già dal 2017 aveva espresso il desiderio di abbandonare la band per dedicarsi ad una vita meno frenetica e piena di impegni.

 

—Recensione di Delia Pompili.