It Stopped Raining (静かな雨), film diretto da Ryūtaro Nakagawa, racconta la storia d’amore di Yukisuke e Koyomi, due giovani che si incontrano per la prima volta nello stand di taiyaki in cui Koyomi lavora e che sviluppano sin da subito un’affinità proprio grazie a questo particolare street food. Improvvisamente la ragazza si ritrova però coinvolta in un incidente stradale, finendo in coma per diverse settimane durante le quali Yukisuke continua a visitarla e a prendersi cura di lei. Koyomi riesce finalmente a riprendersi, ma ben presto si rende conto che il trauma cerebrale riportato le impedisce di formare ricordi successivi al giorno dell’incidente.
Nonostante ciò, il rapporto tra Yukisuke e Koyomi diventa sempre più profondo e i due decidono di andare a vivere insieme: la quotidianità che i due costruiscono è scandita da piccole cose, dai pasti che Koyomi prepara per Yukisuke fino alle interazioni occasionali ma straordinariamente profonde che i due hanno con i clienti dello stand di taiyaki.
Dopo un breve periodo di idillio, la condizione di Koyomi inizia però a incrinare il rapporto tra i due. È proprio qui che si apre uno dei nuclei emotivi del film, poiché vediamo Yukisuke fare del suo meglio per gestire la disabilità della ragazza: seppur il suo conflitto interiore non venga espresso esplicitamente e venga lasciato poco spazio all’introspezione e alla psicologia dei personaggi, lo spettatore è in grado di empatizzare con lui, di comprendere la difficoltà nel bilanciare la sua volontà di prendersi cura di lei e la frustrazione nel vedere alcuni dei suoi desideri e bisogni divenire irrealizzabili. L’empatia e la pazienza sono sicuramente i temi centrali del film, oltre a rappresentare la base su cui Yukisuke e Koyomi costruiscono il loro rapporto. Entrambi provano con tutte le loro forze a dimostrare all’altro il proprio amore, un amore fatto di cose apparentemente irrilevanti, come ricordarsi che all’altro non piacciono i broccoli o come l’altro preferisce il caffè al mattino, ma che in realtà per Koyomi rappresentano il frutto di uno sforzo costante, nel tentativo di contrastare i problemi di memoria che il suo trauma comporta.
It Stopped Raining vuole ricordarci che l’amore è fatto anche di difficoltà, di momenti in cui la più semplice forma di comunicazione presenta ostacoli insormontabili, ma che con costanza e impegno trovare un punto di incontro è possibile, perché spesso fare del proprio meglio è abbastanza.
Come già accennato, ci troviamo a Udine per il Far East Film Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi parlandovi delle proiezioni alle quali assisteremo. Essendo il festival un importante trampolino di lancio per cineasti riconosciuti ed emergenti dell’estremo Oriente, vi parleremo anche di pellicole esterne al panorama cinematografico giapponese. Le proiezioni della nostra quarta e ultima giornata vi porteranno tra le montagne della Corea del Sud e sul luogo del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Giappone nel 2011.
ONE DAY YOU WILL REACH THE SEA, Nakagawa Ryūtarō – Giappone, 2022
Il triplice disastro dell’11 marzo 2011 ha portato con sé molte vittime tra cui Utsuki Sumire. In One day you will reach the sea, Kotani Mana racconta questa storia al pubblico con grande dolcezza e malinconia, dando la possibilità ad altri sopravvissuti di testimoniare dei loro cari persi durante la tragedia. Il regista Nakagawa Ryūtarō dà sfogo in questo modo anche alla sua esperienza personale. Colpito da una perdita connessa al disastro nei suoi anni universitari, mostra una profonda empatia nella pellicola che usa come strumento per dare nuova vita alle vittime e una voce ai sopravvissuti.
Inserendo una vicenda personale, sebbene di fiction, Nakagawa riesce a processare il dolore condiviso, e a mostrare i lati più fragili dei personaggi, rappresentando dopo quasi 7 anni quello che negli anni immediatamente successivi al disastro, è stato troppo difficile da raccontare.
Kotani Mana e Utsuki Sumire, sono due personaggi nettamente diversi, così come lo sono le attrici. Già al tempo del casting, è stata prestata molta attenzione alle loro diverse caratteristiche: una forte vitalità e un fascino dolce ed espressivo che insieme non possono che funzionare. Nel film vediamo come dal primo giorno di college in cui si sono conosciute, il rapporto delle ragazze si approfondisce, fino a raggiungere sentimenti che superano una semplice amicizia. Tali sentimenti tuttavia non sono mai espressi nella loro interezza, e questa amarezza accompagna gli spettatori e Mana , in un commovente percorso in nome di Sumire per trovare finalmente chiusura.
In questa pellicola dalle triplici componenti di fiction, animazione e vita reale, il regista cerca una reazione nello spettatore, che viene a contatto con la storia e con il ricordo doloroso in modo più diretto di quanto sia possibile in Giappone. Nakagawa infatti riflette anche sulla presenza di luoghi ed elementi storici concreti che circondano la realtà italiana , spesso assenti invece in un contesto giapponese. Cerca quindi di analizzare la diversa risposta che una pellicola forte come questa può essere data da pubblici ben diversi, augurandosi allo stesso tempo una distribuzione sempre più capillare, probabilmente non lontana grazie ad un buonissimo feedback iniziale
CONFESSION, Yoon Jong-seok – Corea del Sud, 2022
Come film di chiusura della ventiquattresima edizione è stato scelto Confession, di Yoon Jong-seok.
Un giovane businessman viene condannato per l’omicidio della sua amante. Dopo essersi visto ritirato il mandato di arresto per ritornare a processo, un’avvocata di successo decide di sentire che cosa ha da dire, svelando l’oscurità che si cela dietro il presunto killer. Yoon Jong-seok in questa prima italiana ci mostra un labirinto di specchi costruito sulla base di flashback e ricostruzioni ipotetiche, senza mai abbandonare l’affascinante grammatica del thriller-noir che molto bene si adatta alla rappresentazione di questo intricato caso di omicidio a porte chiuse.
Le riprese e la produzione della pellicola, seconda opera del regista sudcoreano, sono terminate due anni fa ma, per lo svuotamento delle sale dovuto alla pandemia ne è stato posticipato il rilascio. Confession, infatti, entra per la prima volta in sala al Teatro Nuovo di Udine, mentre, rimane inedito in patria.
Il film è una rivisitazione del mystery thriller spagnolo Contratiempo distribuito in Italia da Netflix nel 2017. Nonostante lo snobismo col quale i remake vengono visti dalla critica cinematografica, in Corea del Sud questo genere sta raggiungendo livelli sempre più alti e questo film ne è la conferma. Nell’adattamento, racconta Yoon, fra le difficoltà incontrate c’è stata la perfezione e l’attenzione ai dettagli dell’opera originale ma per il regista non era importante arrivare a un prodotto in linea con la versione spagnola ma presentare angolature e punti di vista assenti in quest’ultima. Fra le altre difficoltà, come trovare il giusto rapporto fra lo spazio e il tempo della narrazione, la più bizzarra è stata che, nonostante il film si dipani in un’unica nevosa notte invernale, la stagione delle riprese è la stata forse la meno nevosa dell’esperienza del regista.
Presente all’incontro era anche Won Dong-yeon, produttore acclamato al botteghino sudcoreano, che con grande sagacia ha presentato il regista di cui va molto fiero. È stato proprio Won a entrare in contatto con l’originale spagnolo durante un viaggio aereo Bruxelles-Seoul e, tornato in patria, consapevole del potenziale della sceneggiatura ne ha comprato i diritti. Il suo ironicamente millantato fiuto per i soldi gli ha anche permesso di mettere insieme un cast d’eccezione: So Ji-seob e Kim Yunjin, il presunto colpevole e la presunta avvocata sono una coppia in grado di creare una potente tensione che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Fra gli attori presente anche Nana attrice e cantante, ex-componente del gruppo After School, che nel film ha modo di mostrare un’ampio spettro di emozioni grazie alle varie versioni della scena del delitto create dal potere performativo delle parole degli altri due.
L’incontro, poi, si è spostato sul cinema sudcoreano in generale e soprattutto sul suo futuro. Sia il regista che il produttore riconoscono l’impatto dei premi dati a Parasite, prima a Cannes nel 2019 e poi da parte dall’Academy nel 2020, e a Squid Game ai SAG Awards di quest’anno, ma anche quanto la fama in realtà non sia volta a raggiungere una conoscenza veritiera della cultura coreana ma a dare un’immagine distorta dal Paese. Il successo di questi prodotti ha comunque cambiato il punto di vista del pubblico che volge sempre di più l’attenzione al panorama sudcoreano. Il produttore Won si è anche espresso sul futuro della distribuzione di prodotti cinematografici che, a suo parere, si dividerà in due: i film blockbuster ricchi di effetti visivi e sonori manterranno le regolari uscite sui grandi schermi mentre prodotti più artistici e studiati preferiranno la distribuzione via streaming.
Entrambi hanno salutato la stampa annunciando lavori in corso di produzione, Won continuerà con adattamenti, soprattutto da Webtoon, mentre Yoon si rimetterà all’opera per tornare al più presto a Udine.
Così si conclude la nostra esperienza al Far East Film Festival di Udine, vi ringraziamo per averci seguiti. A presto!
Commenti recenti